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...dagli occhi di Neytiri


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ciao a tutti, fratelli Na'vi :)

innanzitutto spero di aver scritto nella sezione giusta XD

...riinizio la storia in questo topic, partendo dal "primo capitolo" ,che ho già scritto nel topic "what if...e se?" -e che qui ho modificato un poco e aggiunto delle cose-

così per fare un pò di ordine :)

 

spero abbia un buon sviluppo XD e buona lettura ! :D

 

Scrivete qui i commenti, quotando ciò che volete commentare! http://avatar-italia.net/forum/index.php?/topic/1192-commenti-di-dagli-occhi-di-neytiri/

1° CAPITOLO:

 

Neyitri aprì gli occhi...

 

c'èra silenzio, c'èra pace... i deboli candidi raggi del sole mattutino illuminavano la foresta proiettando sinuose macchie di luce attraverso gli Utral Aymokriya...

terminavano il loro canto notturno gli animali della notte, e quà e là si sentivano piccole grida di creature insonnolite...

sembrava che tutta la foresta si impegnasse a mantenere quel momento perfetto, unico.

 

Per la prima volta dopo molto tempo aveva dormito serenamente...in quel piccolo giaciglio di muschio accanto a Jake si sentiva protetta e, in qualche modo, quella presenza dietro di lei le dava conforto e amore, amore vero, sincero...eterno...

 

...Jake

 

si, Jake...quel buono a nulla, quello skxawng, incapace, ma così maledettamente attraente, forte, affascinante che tanto non sopportava, l'aveva fatta innamorare...

 

la mente danzò indietro, alla notte passata con lui. Sembrava che la vita intera si concentrasse interamente su quell'unico spazio di tempo, come se non ci fosse mai stato attimo più bello...

lui che le dichiarava il suo amore... quell'unico, intenso, dolce bacio...

 

era lì, così vicino...il cuore prese a battere con più forza...

 

un'abbraccio, un forte legame di due anime in simbiosi...

 

chiuse gli occhi...non riusciva a placare il suo battito accelerato...

 

...e lo tsaheylu...così vero, così semplice, ma così profondo...

 

Riusciva a ricordare ogni minimo istante, e volle imprimerlo a fondo nella memoria in modo che non fosse mai preduto...

 

"Neytiri..." Jake si mosse e pronunciò il suo nome nel sonno

 

era così strano sentirlo vicino a sè...

sapeva, però, che non avrebbe voluto nessun'altro al suo posto.

 

Riaprì i grandi occhi na'vi...la luce del mattino li ferì per un attimo...

 

"Neytiri..." mugolò Jake ora sveglio, la voce assonnata

 

la giovane si girò. Lo vide che la guardava, cosi bello, perfetto illuminato dai raggi del sole...

gli occhi dei due si incontrarono. Amorevoli, intensi quelli di lui...sorrise

lui ricambiò

...c'era qualcosa, però, nel suo sguardo...non era sereno, anche se cercava di nasconderlo, aveva pensieri, pensieri che lo tormentavano e oscuravano quella luce nei suoi occhi, che lei tanto amava.

 

avrebbe voluto chiedergli cosa occupasse i suoi pesieri, condividere con lui ciò che lo affliggeva, ma aveva paura...paura di rovinare quel momento perfetto, paura di scoprire qualcosa di terribile...no,lui...

 

abbassò lo sguardo

 

- smettila Neytiri, va tutto bene...perchè devi rovinare sempre tutto? -

 

lui le carezzò la guancia. Era piacevole quel contatto, e per un istante si abbandonò ad esso...

 

"come hai passato la notte?" gli chiese

 

"non ho chiuso occhio" ridacchiò

 

com'era bello quando sorrideva...

__

 

poi nell'aria mattutina avvertì...qualcosa...

...si,ma cosa?

 

- no, non è niente, smettila -

 

un presentimento. Tutti i sensi si acutirono...si sedette e jake fece altrettanto

 

"che c'è Neytiri...?" chiese Jake. I suoi occhi si fecero pensierosi

 

"no...non è niente, meglio andare" gli sorrise lei

 

"...va bene" rispose lui accennando un sorriso, si alzarono

 

si scambiarono un'ultimo bacio,

poi s'incamminarono verso AlberoCasa...

Jake, però, la fermò appena fuori della piana degli Alberi Delle Voci. Si voltarono entrambi ad ammirarli e a ricordare la notte precedente...

 

"Neytiri...?"

 

"si?"

 

"senti, io...it amo" abbassò lo sguardo e, in qualche modo, tra il blu delle sue guance affiorò una lievissima tonalità rosata...

 

Neytiri sorrise, divertita dalla sua strana, improvvisa reazione...ma era immensamente felice che gliel'avesse detto

 

"anch'io Jake..."

e i loro sguardi si incrociarono ancora...

Indugiarono prima di ripartire: la vista di quegli alberi infondeva nell'animo pace, mistero. Poi ripresero la via.

 

Durante la strada sembrava che il mondo fosse cambiato, fosse diventato più bello, più rigoglioso e pieno di vita.

 

- con Tsu'tei non sarebbe stato così - rise tra se la na'vi

 

erano a metà strada quando, ad un tratto, un rombo in lontananza la separò dai suoi pensieri.

Guardò istintivamente Jake, che la tranquillizzo con un sorriso. Anche se che il rumore aveva scosso anche lui...

 

 

fine 1° capitolo

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2° CAPITOLO

 

"cos'è stato, Jake?" chiese Neytiri visibilmente preoccupata

 

"non lo so, meglio andare" il suo sguardo era preoccupato, non lo nascondeva

 

Neytiri sussultò appena

"che siano loro...la gente del...?" chese in un soffio

 

"No, è impossibile Neytiri" rispose subito lui, secco

 

"è meglio controllare" aggiunse pensierosa, lo sguardo preoccupato rivolto alla strada appena percorsa

 

"no, stai tranquilla, sarà stato un animale...dobbiamo tornare all'AlberoCasa e..." si bloccò, quasi avesse detto qualcosa di troppo

 

"riferire al popolo della nostra unione" sorrise lei voltandosi a guardarlo

 

"si...e..." i suoi occhi s'incupirono

 

"e...? si voltò lei interrogativa

 

"no,no niente...pensavo" sospirò lui, un sorriso comprensivo sulle labbra

 

lei lo squadrò

-i suoi occhi...no, no! la vuoi piantare di fare questi pensieri assurdi?!- si adirò con se stessa

 

Jake doveva essersene accorto. Le prese la mano

"va tutto bene, non preoccuparti"

 

lei abbassò lo sguardo, vergognandosi di aver dubitato di lui anche solo un'istante

mano nella mano si rincamminarono verso la loro meta...

__

 

AlberoCasa era più affollato del solito, come se il popolo non aspettasse altro che il loro ritorno...

Jake e Neytiri attraversarono il grande ingresso di legno fino a trovarsi nell' atrio dell' imponente struttura, quindi si diressero al piano superiore, dove si trovavano Mo'at ed Eytukan.

 

"masempul, masa'nok, oe ngati kameye"

 

"ma'itè...quale buona causa ti porta con tanta allegria qui da noi?" sorrise Mo'at, notando la gioia dei due innamorati

 

"madre, padre..." guardò Jake quasi a cercare sostegno

lui le strinse la mano

 

"io e quest'uomo siamo uniti davanti a Eywa...!"

 

gli sguardi della Tsahik e del Capoclan si incrociarono. Si guardarono pensierosi per un momento che a Neytiri parve infinito

era agitata: il loro giudizio contava molto per lei

 

-in fin dei coni siamo sempre genitore e figlia, no...?-

 

scorse Jake. Era teso quanto lei

 

"Neytiri"

si destò immediatamente, quasi di soprassalto.

Gli occhi della madre puntati su di lei...

Il cuore prese a batterle senza sosta

 

"Neytiri, io e tuo padre..." i saggi occhi passarono da lei a Jake

 

"noi... siamo molto felici per voi" concluse con un'amorevole sorriso materno imitato dal padre...

 

fu come sciogliersi

 

"grazie, io..." farfuglio la giovane con le lacrime agli occhi

 

Jake le ascuigò amorevolmente con una mano

"Mo'at, Eitukan...grazie...voi siete come una famiglia per me" aggiunse in un grande sorriso

la loro approvazione era essenziale. Ora i due si sentivano finalmente leggeri...

 

Si scambiarono ognuno un'abbraccio fraterno, poi si congedarono...

__

 

"...e Tsu'tei? rammentò Neytiri, gli occhi ancora gioiosi

"oh,bè... lui capirà" sorrise Jake

tornarono nel grande atrio

 

"fratelli miei, ma tsmuk" annunciò l'uomo a gran voce rivolto al popolo

"io e questa donna...Eywa ci ha uniti!"

 

d'apprima lo stupore generale, poi grida di gioia, complimenti, abbracci, sorrisi

lei era abituata a questo genere di "cerimonie", ma era comunque sempre stupendo assaporare la fratellanza che il popolo dimostrava...

 

fu un momento molto felice...

 

ma come disse un remoto poeta, la felicità è un piccolo raggio di sole poco prima di un grande temporale...

 

 

fine 2° capitolo

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3° CAPITOLO

 

Un urlo lontano, un urlo di disperazione giunse alle loro orecchie.

 

Tutti si voltarono verso l'entrata principale di AlberoCasa, da dove era provenuta quella voce

 

"Jake..." Neytiri era preoccupata

 

"cos'è successo? Neytiri, non, hei...stà tranquilla non è successo niente" la na'vi gli aveva preso la mano e la stringeva con forza. Lui la costrinse a guardarlo negli occhi

"va tutto bene..."

annuì

 

"Ye'rin, ayoeng ka ne tse'a !" il popolo avanzava verso l'uscita.

Anche Mo'at e Eytukan uscirono allarmati

 

"si, andiamo a vedere che è successo Jake!" Neytiri corse al suo fianco verso l'esterno

 

trafelato, sporco di sangue, uscì dalla macchia d'alberi Tsu'tei, gli occhi accesi di un'odio profondo

Neytiri intravide nei suoi occhi pancio e disperazione. Non aveva mai visto così quell'uomo, per un attimo ne ebbe timore...

 

"Che è successo Tsu'tei?!" chiese trafelata

 

lui farfugliò esausto

"i tawtute, le loro macchine..." riprese fiato, la sua voce era disperata

"non si erano mai spinti così avanti..."

 

"Tsu'tei che succede avanti, parla!" Jake era visibilmente preoccupato

 

"stanno distruggendo gli Utral Aymokriya! abbiamo cercato di fermarli...hanno armi...sono troppi...e noi...io..." cadde in ginocchio, i palmi a terra

granti lacrime iniziarono a scendere dali suoi occhi

 

tra il popolo si diffuse la paura, tutti si agitarono, alcuni urlarono di rabbia

 

-oh no, no, no!-

 

In Neytiri si accese il panico

"com'è possibile?!dobbiamo andare, dobbiamo fermarli! Jake, vieni ti prego!" si mise a correre nella foresta da dove era uscito Tsu'tei

 

"Neytiri, ti prego,calmati! hei, dove vai, aspetta, non puoi fare niente! torna quì!" jake si mise a correrle dietro, ma lei era troppo veloce e in breve tempo la distanza tra i due aumentò...

 

la giovane correva, correva a perdifiato, il suo cuore batteva all'impazzata. Metro dopo metro cresceva in lei la paura

-non è possibile, no! no! come può essere?! io...io devo fermarli!-

 

i suoi piedi erano veloci, le sue gambe forti...dopo non molto si lasciò alle spalle AlberoCasa, attraversò un lungo tratto di foresta ed in breve arrivò lì, dove solo poco tempo prima aveva trascorso la notte più bella della sua vita...

 

rimase pietrificata da ciò che vide davanti a se:

più di metà degli Alberi Sacri erano stati rasi al suolo da grandi macchine di metallo. Esse avanzavano con un moto lento ma inesorabile, erano macchine di morte...la gente del cielo ERA la morte!

 

"NO! no, basta, BASTA!!" piene panico erano le sue grida disperate contro quelle ingiustizie, contro quegli esseri piccoli e spietati, quei parassiti che uccidevano, che toglievano a lei quanto di più caro e sacro...

I suoi occhi si riempirono di lacrime, grandi, le scivolavano sulle guance e presto si trasformarono in violenti singhiozzi...

l'avanzata di quelle macchine era inarrestabile. Era un massacro, si, un massacro, una perdita di migliaia di generazioni, di ricordi.

 

non riusciva a trattenersi

dopo non molto si avventò sui suoi artefici urlando di rabbia e di dolore

-come possono fare una cosa del genere!-

 

erano falciatrici enormi, con una bocca fatta di grandi lame che tagliavano e abbattevano tutto ciò che incontravano

si arrampicò agile su uno dei giganti di metallo, cercando di scalfirlo

calci, pugni, colpi...non servivano a niente

intanto gli alberi venivano abbattuti...gli animali gridavano spaventati e scappavano lontano dal loro nido ormai distrutto

era terribile, Neytiri era terrorizzata

fu un urlo di disperazione quello che uscì dalla sua gola.

 

ormai scossa da violenti singhiozzi provava di tutto pur di bloccare l'avanzata di quei mostri...scalfì alcune telecamere, tanto che una macchina dovette fermarsi

fu in quel momento che i marines si accosrero di lei e cominciarono a sparare

anche lei si avventò sugli uomini...

 

cercavano di colpirla.

Era un'inferno. Non si capiva niente.

Rabbia, dolore, disperazione e panico insieme crearono in lei un irrefrenabile desiderio do vendetta

 

scansava, colpiva, parava, ringhiava, urlava...qualche proiettile la colpì, ma lei voleva vendetta, vendetta, vendetta...c'era sangue d'appertutto, suo o non suo che importanza aveva...

 

"NEYTIRI, VIENI VIA!!"

una voce, una voce, si, familiare, disperata anch'essa

 

"Jake..." Neytiri tornò in sè

"JAKE!"

Una luce in quell'oscurità opprimente

 

"vattene via di lì ti spareranno!!"

 

lei si rifugiò dietro la falciatrice ferma

 

"Neytiri, dove sei!?" Jake era allarmato

 

"sono qui Jake! stanno distruggendo tutto!" la voce rotta dal pianto, gli occhi appannati dalle lacrime

 

"Neytiri vieni via subito da lì! TI PREGO!"

 

lei chiuse gli occhi un'istante cercando di calmarsi e di riprendere lucidità...

si voltò e lo vide, Jake, così bello in quello scenario di dolore e sofferenza. Ma così triste era il suo sguardo...

 

"Jake, ti prego aiutami..." si sentiva sconvolta, schiacciata da un peso enorme

 

"Neytiri! scappa! stà attenta!"

 

"non posso! devo fermar...-" dei passi, si girò per vedere chi era troppo tardi

 

"NOOO!!"

 

un dolore acuto alla testa, perforante

 

d'apprima si sentì confusa, spaesata...poi la vista si annebbiò

le gambe non la sorressero. Si abbandonò a terra

-no...non può finire così...-

 

l'ultima cosa che sentì fu un urlo di angoscia

 

poi, il buio più totale...

 

 

fine 3° capitolo

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  • 2 settimane dopo...

4° CAPITOLO

 

...alba, alberi, pace...

 

"Neytiri..." una voce dolce e familiare

 

"Jake...sono contenta che tu sia qui, ho avuto tanta paura..." disse con un sorriso

 

"lo so, amore, è tutto finito ora" le disse

 

si abbracciarono affettuosamente...

 

"coraggio, dobbiamo andare" le sussurrò

 

"dove, jake? si sta tanto bene quì..."

 

"dalla gente del cielo, Neytiri" il suo sorriso si spense...

"loro sapranno cosa fare...loro hanno il potere"

 

"ma cosa...?"

 

"...si, chiederemo un riscatto: tu, selvaggia, per quel maledetto albero

vi scacceremo, maledetti cosi blu, con le buone o con le cattive"

 

"Jake, che stai dicendo, non ti capisco" arrivò la paura, tutto poco a poco si tinse di rosso, rosso come il sangue...

 

"vieni, avanti" gli occhi divennero feroci, non era lui, no non poteva esserlo

 

"no...ti prego, non sei in te" rispose sottraendosi

 

"ho detto vieni. Ora sei mia, farò di te ciò che voglio!" la risata che uscì dalle sue labbra era maligna, carica di odio

 

"Jake, jake smetila!" urlò coprendosi il volto tra le mani

 

"smettila..." sussurrò

 

poi di nuovo il buio

 

...

__

 

nero, tutto nero.

-è finita. E' così la morte...?-

 

un dolore perforante alla testa

si destò

-ahi! dannazione-

si sentiva confusa, assonnata ed estremamente debole

 

...un tonfo sordo le arrivò alle orecchie

 

"attento idiota!"

 

"scusa"

 

"Quartich ci ha dato ordini precisi, vedi di non metterci nei guai"

 

"si. Scusa"

 

- di chi sono queste voci? dove mi trovo? Perchè mi sento così...? -

provò ad aprire gli occhi, senza risultato

non riusciva a muoversi e le faceva male d'appertutto

- maledizione...non posso essere morta. Ma allora cosa...-

 

ad un tratto ricordò

ogni istante:

ricordò le grandi mostruose macchine, il sangue dappertutto, Jake...

-oh Eywa! Jake, Jake! dov'è? -

l' angoscia la attanagliò

 

"Jake..." riuscì a biascicare con fatica

 

le rispose una voce sconosciuta, dall'aria cattiva

"oh basta...Jake, Jake, Jake. Non riesce a dire altro!"

 

"silenzio! non mi pare stia parlando nel sonno, forse è sveglia"

 

Neytiri tremò, dov'era finita? di chi erano quelle voci?...

paura. Il cuore uscì come da un sonno forzato e prese a battere all'impazzata, pulsante di vita...

con un grande sforzo riuscì ad aprire un poco gli occhi...

la luce li ferì. Tutto era annebbiato, non riusciva a distinguere le forme...

 

la luce proveniva da una piccola fonte luminosa, quadrata, al centro di quelle che sembravano quattro pareti grigie

 

- quello non è il sole, quì non c'è verde, non ci sono alberi!...ma come può essere!?-

 

"...dov..." le parole non le uscivano. Aveva la gola secca e sentiva un'amaro gusto di sangue in bocca

 

"dove...sono...?

 

due nere figure le si avvicinarono con cautela...

 

"è sveglia...presto avverti il superiore!"

 

"vado"

 

"buongiorno bell'addormentata" fu il ghigno di uno dei due soldati che le facevano la guardia

 

Neytiri ebbe un fremito, si sentiva in trappola, alla mercè di due loschi sconosciuti

 

"ti sentirai uno schifo suppongo, hehe" ridacchiò l'uomo

"il generale ha voluto che ti riempissimo di sedativi, così te ne stai buona...

vuole riscattarti con quella specie di albero, enorme, che vogliono buttare giù. Ma voi stupidi selvaggi fate sempre i guastafeste...ma che vuoi capire tu" sputò a terra

 

tutto era chiaro. la sua mente faceva fatica a ragionare, riempita com'era di farmaci. Il suo corpo era immobile.

ma quel che era peggio era che volevano distruggere AlberoCasa...

-no! non possono!- la rabbia e il terrore la pervasero

ancora una fitta alla testa...

si lasciò scappare un gemito

 

"fa male eh? certo che non dovevano starci con la testa Roy e Sam. Ti hanno quasi spaccato il cranio...ma voi indigeni avete la testa dura, eh" scherzò

 

ma la mente della ragazza era altrove, lontano dalle stupide chiacchere del soldato...

non poteva rimanere lì. Doveva scappare, tornare dalla sua gente, da Jake!

-oh, no Jake. Sta bene? è riuscito a fuggire?

avrebbe tanto voluto vederlo, abbracciarlo, sentitrsi dire che sarebbe andato tutto bene...

e invece era li, in quella fredda stanza chissà dove, senza luce nè natura, con mani e piedi legati

 

-devo andar via di quì!-

provò a muoversi, ma il corpo non le rispondeva

ogni muscolo sembrava intorpidito

 

- avanti, coraggio dannazione! - cercava di uscire da quel maledetto dormiveglia che non la rendeva lucida, ma ogni tentativo era vano.

Strinse i denti. Il suo corpo piano piano comunciò a dare flebili segni di vita...ma non era abbastanza

la testa le girava e la vista era appannata...

 

"...jake" le uscì improvvisamente. Forse per ripetere ancora una volta quel nome che le dava sicurezza, forse per l'assurda speranza di vederlo comparire all' improvviso

 

"oh, Jake, Jake, dove sei oh caro Jake?" la sbeffeggiò il soldato "ma si pùò sapere chi è?"

 

"ma lascia perdere...sarà il suo amichetto" ghignò l'altro di ritorno

 

almeno non l'avevano preso, si rasserenò...

ma quell'attimo non durò molto

 

sentì dei passi avvicinarsi

 

"soldati"

 

"si, generale"

una terza figura si avvicinò, ma la vista annebbiata le impediva di scorgere i dettagli

 

"Quartich vuole che si riprenda...dev'essere in forma per lo scambio, se ci sarà

e poi vuole...studiarla"

 

"si, signore, agli ordini" risposero all'unisono

 

poi la figura, con l'aria soddisfatta, se ne andò

 

chi era Quartich? e cosa volevano, quei maledetti, da AlberoCasa?

 

questi pensieri la pervasero...avrebbe voluto morire, uscire da quell'incubo terribile...

una piccola calda lacrima le attraversò la guancia

 

- Jake, dove sei...?

 

ho paura...-

 

fine 4° capitolo

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  • 2 settimane dopo...

CAPITOLO 5

 

Lacrima dopo lacrima, minuto dopo minuto, ora dopo ora, i giorni passavano...

da quanto tempo era rinchiusa lì dentro e quanto ancora ci sarebbe rimasta erano interrogativi frequenti che non trovavano risposta.

 

Ormai si era abituata ai ritmi di quella prigionia: due pasti al giorno, uno all'alba e uno alla sera

verso quella che sembrava metà giornata le iniettavano un liquido sconosciuto nell'avambraccio

Faceva male, ma ormai aveva imparato a subire passivamente tutti i loro esami

la sottoponevano a controlli, la studiavano, la testavano...ma non usciva mai da quella stanza, ne veniva slegata...aveva polsi legati da pesanti anelli di metallo, confluenti ognuno in una catena fissata al muro. Sarebbe stato impossibile fuggire.

 

La salute intanto migliorava di giorno in giorno,

si sentiva sempre più in forze e la mente era più lucida

Tornava in lei piano piano una flebile speranza di fuga.

 

Le notti però erano tormentate da incubi terribili che spesso la svegliavano di soprassalto:

sognava Jake, le persone che amava, il popolo, spazzati via da terribili macchine di metallo inarrestabili.

Più rimaneva lì in quel posto, più cresceva in lei l'angoscia che succedesse qualcosa.

 

Meditava intanto un piano di fuga...si, ma come scappare da quel posto infernale?

La sua mente meditava, intanto il corpo si rafforzava.

 

Poi un giorno la incontrò, Susan, un nuovo menbro dei medici che la studiavano e la visitavano

Uno come tanti altri quando vide entrare nella stanza con passo incerto una donna minuta

Era mattina presto, ma la na'vi era già sveglia. Fece comunque finta di dormire...

 

avvicinatasi timidamente, l'infermiera d'apprima la osservò, poi le carezzò l'avambraccio, livido dalle tante iniezioni.

Neytiri ebbe un brivido

Mai, nella sua prigionia, aveva percepito mani così delicate e premurose.

 

-non lasciarti ingannare,anche lei è come loro...sono solo dei bastardi- si convinse

 

"come sei bella...che cosa ti hanno fatto" la guardò ammirata la donna

"posso immaginare come stai soffrendo..." sussurrò tristemente

 

Neytiri sussultò e aprì i grandi occhi

 

"portarti via dalla tua casa, riempirti di farmaci e di test...è inumano" continuò con una smorfia di disgusto

"ah, sei sveglia...hem...piacere io mi chiamo Susan...ma probabilmente non mi capisci" sorrise comprensiva

la sua voce era dolce

 

la na'vi si limitò a fissarla incredula

 

"beh, vediamo un pò come stai..." si avvicinò ad uno tra i tanti schermi

"i valori sono stabili, molto bene, tra non molto potrai alzarti" sorrise

 

prese la siringa

 

"cercherò do fare piano...credimi, vorrei tanto non doverlo fare, ma è per te"

 

le scoprì l'avambraccio

Neytiri chiuse gli occhi, aspettandosi il dolore...

ma questi non arrivò

 

mani incredibilmente delicate le sfioravano la pelle lasciandole una piacevole sensazione

 

"finito"

 

-non mi ha fatto male...ma com'è possibile-

 

"come ti chiami tesoro?" le chiese

 

la ragazza non rispose...era diffidente

 

"beh," sorrise

"da oggi in poi seguirò io i tuoi sviluppi, non temere, non verranno più ad importunarti, quei maledetti scienziati" i suoi occhi si fecero nervosi, ma riacquistarono subito la loro dolcezza

 

"riposati, domani proveremo ad alzarti in piedi, ok?" le sorrise

"ci vediamo, allora"

 

"Neytiri...

il mio nome è Neytiri..." sussurrò la ragazza

non seppe perchè le fosse uscito, ma sentiva di doversi fidare di quella donna

era la prima volta che parlava dopo giorni e la sua voce roca le parve sconosciuta

 

Susan si accese in un sorriso

"non temere...io non sono come gli altri"

 

poi sparì dietro la porta presurizzata

__

 

il sorriso di quella donna le rimase impresso nella mente per tutto il giorno e per quello dopo, e quello dopo ancora...

Quasi non si accorse di quello che le succedeva intorno: dottori che scorrazzavano di qua e di là erano ormai ombre sfocate...rimanevano solo lei e quell'infermiera così gentile, premurosa, dolce...e le sue mani, che giorno dopo giorno la facevano sentire meglio

 

impararono a fidarsi l'un l'altra e a conoscersi

 

La donna era contraria a tutto ciò che l'RDA stava compiendo. Si trovava lì per suo marito, divenuto marine di scorta.

 

D'apprima Neytiri trovò in lei unicamente un metodo di fuga...ma dopo non molto si affezionò a quel piccolo essere tanto premuroso nei suoi confronti

era la sua unica piccola luce in quell'opprimente oscurità

__

 

Le cure avevano dato il loro frutto: ora Neytiri era in grado di reggersi in piedi. Susan aveva ottenuto il permesso di farla muovere un pò, ma al contempo la sorveglianza alla stanza grigia era aumentata

 

Neytiri era seduta sul lettino

 

all'improvviso entrò Susan ansimante e trafelata

"oh mio dio...sta arrivando! devo portarti via di qui, dove sono le chiavi maledizione!"

 

Neytiri si preoccupò, provò a muoversi ma le pesanti catene le impedivano qualsiasi movimento

"chi?"

 

la donna riprese fiato

"sta arrivando...è infuriato,non so perchè, è fuori di se!

sta arrivando..."

 

i suoi occhi erano colmi di angoscia

 

"il generale Quartich!"

 

fine 5° capitolo

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  • 4 settimane dopo...

CAPITOLO 6

 

 

"il generale Qua...?" provò a ripetere la na'vi

 

"shh! non dire niente, devi andartene al più presto!

dannazione le chiavi!" Susan aveva il panico negli occhi

 

"Su-san ti prego spiegami, chi è quest'uomo, e cosa vuole da me?!"

 

"non c'è tempo...eccole!" strinse tra le mani con soddisfazione un piccolo oggetto allungato di metallo e senza perdere un secondo prese i polsi legati di Neytiri fra le mani...

sudava e tremava...la sua presa era incerta

 

"non voglio perdere anche te" ammise ad un tratto

 

La giovane si limitò a guardarla stupita di quella frase...

 

"fatto!"

 

i pesanti anelli che le chiudevano i polsi si aprirono in uno scatto metallico e caddero sul pavimento

Neytiri si sentì libera, finalmente libera!

 

il suo cuore per molto tempo sommerso dal buio si risvegliò in tutta la sua vitalità...ora poteva scappare, andare via lontano e non tornare mai, mai ,mai più in quel posto infernale

 

"Susan..." le lacrime agli occhi "...Susan, grazie"

 

la piccola donna la guardò tristemente "ti prego scappa lontano... và!"

 

"non ancora!"

 

le due si voltarono di soprassalto

 

"oh no! è quì" sussurrò la scienziata

le chiavi le caddero di mano

 

Quartich, un uomo alto per la sua specie, robusto con una grossa cicatrice sulla fronte e sul viso, si ergeva minaccioso davanti ala porta della stanza munito della consueta maschera per l'aria

era piccolo per Neytiri, ma ella ne ebbe molta paura

 

"tu non vai proprio da nessuna parte, bellezza" ordinò l'uomo

 

"signore, la prego...lei non centra niente..." supplicò Susan

"silenzio!" infuriò

"per colpa sua, della sua 'importanza' all'interno di quel suo...clan! si sono mobilitati, hanno fatto un'attacco a sorpresa...ho perso due, due ampsuit!

hai una vaga idea di quanto costino quegli affari?!"

battè un pugno sul bancone, facendo andare un frantumi alcune delicate fialette

"prima..." continuò "prima Sully...poi questo!"

 

Neytiri ebbe un fremito

 

"signore, non mi sembra il caso di prendersela con lei per una cosa che..."

 

"ho detto taci! guardie, prendetela"

 

cinque uomini presero braccia e gambe lella na'vi tenendola immobilizzata alla parete.

Cercò di divincolarsi, ma sopraggiunsero altri marine

 

"ora io ti ucciderò, ragazza blu, e gliela farò pagare"

il sorriso che affiorò dalle sue labbra era carico di maliglnità

 

"no!! ti prego, no! lei non c'entra!" urlò Susan disperata, ma due uomini immobilizzarono anche lei

 

la paura si impadronì di Neytiri, cercò di divincolarsi con tutte le sue forze, ma senza risultato

si sentiva in trappola, senza speranza

 

Quartich si avvicinò, era rosso d'idra e i suoi occhi non nascondevano il suo profondo odio per la razza na'vi

i due si fissarono per un interminabile momento, poi la mano del colonnello arrivò fulminea alla gola di Neytiri...

 

accadde tutto troppo veloce: le sue dita d'acciaio si chiusero in una morsa mortale

i suoi occhi penetravano quelli dorati della ragazza e il suo viso, contratto in una smorfia di compiacimento e rabbia, arrivava a pochi centimetri da quello di Neytiri...

le mancava l'aria... ansimava e cercava di prendere fiato, ma la mano dell'uomo era troppo forte e le chiudeva la gola, mentre i soldati che la tenevano avevano una presa troppo solida...

le dita del colonnello le affondavano collo con violenza impedendole di provare a fare qualsiasi cosa

Le venne da tossire, ma dalla sua gola uscì solamente un suono smorzato

cercò di urlare... invano.

aveva paura, non voleva morire così

 

"nooo!! ti prego!!" le urla della dottoressa echeggiavano tra le quattro pareti sempre più piano alle sue orecchie

 

tum-tum...

 

l'aria non arrivava, la vista si offuscò, i suoni arrivavano lenti e ovattati...

 

tum-tum...

 

persino il suo stesso ansimo strozzato ora non si sentiva più...

strinse gli occhi, non voleva guardare quelli dell'uomo che la stava uccidendo

 

tum-tum...

 

-è finita, stò per morire-

 

"oh mio dio! ti prego basta, fatelo smettere!! non potete portarmi via anche lei!"

Susan piangeva

 

tum-tum...

 

la ragazza non avrebbe voluto, non avrebbe dovuto, ma era troppo...

smise di lottare

 

tum...tum...

 

-no...non puoi mollare-

 

lentamente si abbandonò inerte alla presa solida dell'uomo

ora il respiro non le serviva più

 

tum...

 

-perchè così...-

 

dagli occhi scivolarono silenziosamente due piccole lacrime

 

"basta Qartich!" gridò qualcuno in lontananza

 

la morsa sul suo collo si allentò di colpo

 

 

 

ma era già tutto, troppo nero

 

 

 

fine 6 capitolo

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