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Anche le piante hanno dei sentimenti


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Immaginate di camminare in un prato e, mentre camminate, siete osservati e registrati da milioni di milioni di occhi, di memorie. E' qualcosa di piccolo, o, meglio, lo è in superficie, nascosto e, sopratutto, insospettabile.

Cleve Backster, attualmente direttore della Backster School of Lie Detection, è considerato il maggior esperto americano in macchine della verità. Una mattina d'autunno del 1966, l'ex uomo della CIA decise di collegare al poligrafo una Dracena (comunemente nota con il nome "Tronchetto della Felicità"), una piantina che si trovava nel suo ufficio, così, per vedere cosa succedeva. Backster innaffiò la piantina, aspettandosi un aumento della conducibilità elettrica sulla superficie delle foglie, per effetto dell'acqua; accadde però l'esatto opposto: era aumentata la resistenza, come nel caso di un essere umano che provi una lieve emozione. La causa era riconducibile ad un fenomeno, cosiddetto di "psicogalvanismo", grazie al quale gli stimoli emozionali provocano una variazione nella conducibilità elettrica in diverse parti del corpo per mezzo del sistema nervoso. Ma le piante non hanno un sitstema nervoso! E neanche emozioni! Ebbene, potrebbe non essere realmente così. E' stato osservato che alcune zone delle radici di molte piante, generalmente zone interne e poco esposte, consumano costantemente ossigeno, e lo fanno in quantità piuttosto elevata, presentando oltretutto un'attività elettrica insolita. Ora, se ci pensate, cosa c'è di elettricamente attivo, ampiamente ossigenato e ben protetto all'interno del nostro corpo? Il cervello. In ogni caso, i dati Backster non erano certamente sufficienti a trarre delle conclusioni. Poteva semplicemente trattarsi di un caso. Ma successivi esperimenti parvero dimostrare il contrario: sottoponendo la pianta a diverse condizioni di stress, il galvanometro della macchina della verità tendeva sempre a registrare segnali analoghi a quelli di un qualsiasi essere dotato di sistema nervoso centrale; ad esempio, inzuppando le foglie della pianta nel caffè bollente, l'asticella segnalava picchi di tensione interpretabili come qualcosa di simile al dolore. Ma i risultati più sconvolgenti Backster li ottenne più avanti, quando ebbe la creativa idea di inscenare l'assassinio di un Geranio. L'esperimento si sviluppò in due fasi: prima di tutto fece posizionare due Gerani in una stanza chiusa, uno dei quali collegato al poligrafo, nel quale entrò in seguito un suo assistente che troncò brutalmente l'altra pianta con un paio di cesoie; al che, sorprendentemente, il vegetale superstite ebbe una reazione elettrica intensissima. Se ne era accorto. La seconda parte dell'esperimento coinvolgeva sei persone, tra cui anche l'assassino, le quali dovevano entrare uno per volta nella stanza del Geranio, per vedere se avrebbero suscitato in esso qualche effetto. Questo non ebbe reazione al cospetto dei primi cinque, ma quando il sesto, l'assassino, si avvicinò al vaso, il poligrafo segnalò una perturbazione molto pronunciata. Il Geranio l'aveva riconosciuto e provava qualcosa di simile alla paura.

Se ora ci mettiamo a considerare l'incalcolabile rete sotterranea delle radici, l'infinità delle connessioni, simili a sinapsi, crocevia di un traffico costante di messaggi chimici, possiamo arrivare ad intuire realmente la somiglianza tra una grande foresta ed un sistema nervoso fitto di neuroni, in cui l'individuo non è il singolo, ma la collettività, un immenso network di cui ogni pianta è un terminale, che percepisce il mondo circostante con sensi diversi dai nostri, e che forse non possiamo neanche immaginare.

E questo mi ricorda troppo AVATAR!

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Mah, quegli studi non sono mai stati confermati o riprodotti, inoltre effettivamente le piante non hanno un sistema nervoso e comunicano emettendo sostanze chimiche (tale fenomeno è stato invece ampiamente documentato), quindi l'idea che le piante siano come dei neuroni in un cervello non ha senso. Tanto più che non esistono organi deputati ad emettere impulsi elettrici.L'unico passaggio di ioni avviene nelle radici, pertanto le piante vicine si possono "accorgere" che il trasferimento nelle radici di piante vicine è cessato ed incrementare l'attività metabolica (come, per esempio, produrre maggiori quantità di antiparassitari), ma non è controllato o voluto (come dovrebbe avvenire in una vera comunciazione elettrochimica), solo collaterale. Inoltre, gli ormoni vengono prodotti in risposta di solito ad aggressioni da parte di altre piante o di animali vegetariani per le altre piante della propria specie, dato che si parla di una serrata competizione per lo spazio e la luce non ha senso proteggere anche membri di specie diverse, pertanto non c'è una vera comunicazione sinaptica. Infine, ammesso che gli eseperimenti fossero validi, Backster avrebbe potuto semplciemente potuto rilevare un aumento di attività nell'attività metabolica dopo dette emissioni di ormoni, il che è perfettamente normale visto che si tratta di una produzione ormonale in risposta ad una cessata attività fisiologica, in base al taglio.

Riassumendo: che le piante comunichino fra loro è un dato di fatto, ma non c'è alcuna coordinazione intraspecifica o cooperazione interspecifica. Addirittura, diverse piante producono sostanze (le sostanze allopatiche) che colpiscono piante di specie differenti, il che è l'esatto opposto di una collaborazione neuronale. Infine, dire che "le piante hanno dei sentimenti" non ha senso, proprio perché non c'è una comunicazione coordinata fra loro e perché non hanno uno straccio di organi per poter emettere impulsi elettromagnetici in maniera controllata (per dirla tutta, le meduse avrebbero "sentimenti" più radicati di una sequoia, visto che almeno hanno uno straccio di neuroni interconnessi in maniera caotica).

Insomma, la comunicazione neuronale lasciamola alle piante di Pandora, qui sulla Terra succede ben altro...

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Però sarebbe bello...

 

Sarebbe inquietante; queste cose le lascio ad "Avatar", grazie! :D

Inoltre, vorrei far notare che Backster è un esperto nella macchina della verità, quindi vai a sapere cosa (e se) ha rilevato; gli errori nel raccogliere e valutare i dati li fanno anche i biologi esperti, Backster non era né un biologo né un botanico. Inoltre, non è assolutamente ascrivibile un aumento dell'attività metabolica alla paura, dato che le piante non hanno cervello (quindi non possono aver paura) e che un'attività metabolica può corrispondere anche (negli animali, nelle piante anche questo non è possibile) a rabbia o ad una fase riproduttiva.

Modificato da Revenant
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Articolo molto interessante e ben scritto! 😊

Però ho anch'io qualche perplessità sull'affidabilità dei risultati ottenuti dai test.

O meglio, su quello che si pensa possano fare le piante, cioè reagire con le emozioni......

Effettivamente, non avendo un cervello, non possono assolutamente reagire agli stimoli come farebbe una persona.

Resta da capire però, come facciano ad adattarsi all'ambiente in cui vivono, cambiando le proprie forme.

Faccio un esempio banale: le piante che vivono nei boschi sono molto alte e tendono a sviluppare la chioma sulla parte alta per raggiungere meglio la luce del sole.

E' come se sapessero che devono allungarsi sempre di più verso l'alto per andare a trovare la propria fonte di luce necessaria per sopravvivere.

Una specie di istinto di sopravvivenza che ricorda molto l'evoluzione degli animali studiata da Darwin (il collo lungo della giraffa, per intenderci...), ma che molto probabilmente non ha niente a che vedere.....

(So già che Revenant mi sgriderà perchè sto scrivendo delle boiate.....😖☺️).

Era solo un pensiero che mi era venuto in mente......detto da una persona che non se ne intende......perciò non prendetelo per valido.....🫤

Aspetto delucidazioni! 😊

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Faccio un esempio banale: le piante che vivono nei boschi sono molto alte e tendono a sviluppare la chioma sulla parte alta per raggiungere meglio la luce del sole.

E' come se sapessero che devono allungarsi sempre di più verso l'alto per andare a trovare la propria fonte di luce necessaria per sopravvivere.

Una specie di istinto di sopravvivenza che ricorda molto l'evoluzione degli animali studiata da Darwin (il collo lungo della giraffa, per intenderci...), ma che molto probabilmente non ha niente a che vedere.....

 

Se è per questo persino i protozoi ed i batteri si evolvono, e quelli sono unicellulari, figuriamoci se hanno qualcosa del calibro di un cervello (che poi alcuni protozoi siano capaci di "decidere", o meglio di rispondere a determinati stimoli è un altro discorso). Anche le piante si evolvono, certamente, ma l'evoluzione è qualcosa che prescinde dalla volontà, dal momento che l'evoluzione procede per mutazioni "favorevoli" e/o per mutazioni "sfavorevoli" (dove "favorevole" e "sfavorevole" dipende dal contesto). In altre parole, la giraffa (o meglio, il proto-okapi) non voleva che il collo le si allungasse per raggiungere le cime degli alberi, semplicemente perché un animale non può provare detti desideri e poi perché l'evoluzione dipende dal genoma, mica dalle capacità cognitive. Semplicemente, un collo lungo permise alle prime proto-giraffe di nutrirsi delle fronde degli alberi anziché brucare il sottobosco, ma questo fu sostanzialmente "incidentale": la mutazione avvenne, poi si affermò perché era vantaggioso che dterminati individui potessero nutrirsi di piante preclusi agli altri erbivori.

Stessa cosa per le piante, in cui nelle foreste addirittura avviene una battaglia tra le piante più giovani e le piante più vecchie per il dominio della luce, dove le piante più vecchie sviluppano fronde ampie per togliere la luce ai potenziali rivali. Tuttavia, questi adattamenti non sono volontari, semplciemente le piante più basse e/o con fronde meno estese morivano prima o si trovavano comunque in una condizione di svantaggio rispetto alle altre, pertanto alla fine sono state selezionate specie con crescita iniziale abbastanza rapida (a seconda dell'ambiente, le sequoie delle foreste del canada chiaramente crescono meno velocemente degli eucalipti australiani) ed un buono sviluppo delle fronde per esteso (dove non contrastasse sempre con condizioni ambientali sfavorevoli ovviamente, come la foresta della taiga dove una fronda ampia si spezza per via dell'accumulo di neve sui rami e sulle foglie). Inoltre, le piante nelle foreste possono raggiungere altezze notevoli anche per via dell'ambiente che si viene a formare (per esempio, caldo e umido sono sempre dei fattori che incoraggiano una forte crescita vegetale, come nelle foreste equatoriali o nei mangrovieti).

In definitiva, le piante non decidono, rispondono a determinati stimoli: se le foglie vengono ferite da una giraffa, le acace secernono in risposta una sostanza che le rende disgustose, contemporaneamente inviano un impulso ormonale per incrementare la produzione di determinate sostanze alla acace nelle vicinanze, rendendo anch'esse disgustose. I pomodori crescono più velocemente se esposti al colore rosso, dato che l'arrivo di una maggiore componente spettrale rossa della luce sulle foglie segnala la presenza di "rivali" ed in risposta aumentano la crescita, la Sagittaria produce sostanze allopatiche attraverso le sue radici che uccidono o rallentano la crescita delle piante vicine e così via, tuttavia non c'è nessun potere decisionale dato che manca un sistema nervoso e non c'è coordinazione volontaria, bensì esiste una reazione ormonale comune a tutti gli esseri viventi (del tipo: i cloroplasti emettono ormoni che "dicono" che non c'è abbastanza luce, parte un impulso ormonale alle cellule apicali apposite, quelle cominciano a svilupparsi più velocemente, ma è una reazione volontaria tanto quanto la mia di farmi crescere unghie e capelli...).

Non sono bischerate e non ti ho fatto un cazziatone, tranquillo! :D

Modificato da Revenant
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Non sono bischerate e non ti ho fatto un cazziatone, tranquillo! :D

Siccome è da molti anni che manco dai libri, avevo paura di dire qualche scemata.....

Ma ovviamente lo so che non mi sgridi..... 😂

Sapevo di poter contare sulla tua conoscenza indiscussa in questo campo! 😊

Grazie!

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Sarebbe inquietante; queste cose le lascio ad "Avatar", grazie! :D

Inoltre, vorrei far notare che Backster è un esperto nella macchina della verità, quindi vai a sapere cosa (e se) ha rilevato; gli errori nel raccogliere e valutare i dati li fanno anche i biologi esperti, Backster non era né un biologo né un botanico. Inoltre, non è assolutamente ascrivibile un aumento dell'attività metabolica alla paura, dato che le piante non hanno cervello (quindi non possono aver paura) e che un'attività metabolica può corrispondere anche (negli animali, nelle piante anche questo non è possibile) a rabbia o ad una fase riproduttiva.

 

Waw che bel dibattito. In ogni anche il solo fatto che le piante comunichino fra di loro chimicamente è inquietante: mi fa pensare al film "... e venne il giorno" in cui le piante producono una tossina inodore ed insapore ma che porta solo il genere umano a suicidarsi ...

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molto interssante questo argomento! sarebbe bellissimo se le piante potessero aveve una sorta di "emozioni"...magari non come lo intendiamo noi ovviamente...ma io penso che le piante siano molto sensibili a ciò che le circonda e che possano avvertire delle onde energetiche di qualche tipo emesse dall'ambiente in cui si trovano ^^
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Ma io ricordo che anche da bambina (nel cenozoico) avevo sentito dire che le piante provano emozioni. E non parlo della mamma che mi diceva che per far crescere bene le piante dovevo parlarci 😝 , ma proprio di notizie scientifiche che avevo sentito non-mi-ricordo-dove.

 

Le piante non possono provare emozioni, quella del parlare alle piante è una leggenda nata dal fatto che il respiro umano, contenente maggiori quantità di CO2 rispetto all'ambiente circostante effettivamente fa crescere più velocemente le piante. Per provare emozioni è necessario un cervello, anche piuttosto complesso, spiegatemi come fanno secondo voi le piante a "provare emozioni" quando manco hanno un tipo di cellule (non un ammasso di cellule, proprio un tipo) che possano modulare segnali elettrici. Le piante possono avere risposte ormonali a determinate situazioni (come un erbivoro che mangia le loro foglie o la crescita di tante giovani piantine vicino a loro), ma questo è dovuto al fatto che le piante proprio non hanno bisogno di un sistema nervoso: il sistema nervoso modula impulsi rapidi, utili per reagire alle situazioni, una pianta (che è un organismo ancorato ad un substrato e capce di rigenerare interamente le sue foglie) non ha bisogno di questo, dato che l'unica reazione utile è quella di aumentare la produzione di determinate sostanze e segnalare alle piante vicine di aumentare la propria produzione di quelle sostanze. Inoltre, il trasferimento ionico delle radici non è volontario, ed aumenta o diminuisce a seconda del metabolismo della pianta (dato che stiamo parlando del passaggio di ioni in soluzione, usati per "nutrire" la pianta): non è modulato per "segnalare" roba e, se lo fa, lo fa in maniera collaterale.

 

molto interssante questo argomento! sarebbe bellissimo se le piante potessero aveve una sorta di "emozioni"...magari non come lo intendiamo noi ovviamente...ma io penso che le piante siano molto sensibili a ciò che le circonda e che possano avvertire delle onde energetiche di qualche tipo emesse dall'ambiente in cui si trovano ^^

 

Al limite possono avvertire le onde elettromagnetiche (come quelle della luce o quelle delle radici delle piante vicine), di sicuro non "onde energetiche" di tipo indefinito :P . Inoltre, per provare emozioni è necessario avere un cervello, dal momento che un prerequisito per provare delle emozioni è avere una buona velocità di reazione nei confronti dgeli stimoli (cosa che non è possibile avvalendosi solo degli ormoni).

 

Capisco che "Avatar" vi abbia colpito ma non cerchiamo di infilare cose che sulla Terra non esistono avvalendosi di studi dubbi, dai...

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Le piante non possono provare emozioni, quella del parlare alle piante è una leggenda nata dal fatto che il respiro umano, contenente maggiori quantità di CO2 rispetto all'ambiente circostante effettivamente fa crescere più velocemente le piante.

Accidenti, la mamma aveva ragione, e io che l'ho sempre presa in giro quando parlava alle piante! 😝

Comunque ho capito cosa intendi.

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Le piante non possono provare emozioni, quella del parlare alle piante è una leggenda nata dal fatto che il respiro umano, contenente maggiori quantità di CO2 rispetto all'ambiente circostante effettivamente fa crescere più velocemente le piante. Per provare emozioni è necessario un cervello, anche piuttosto complesso, spiegatemi come fanno secondo voi le piante a "provare emozioni" quando manco hanno un tipo di cellule (non un ammasso di cellule, proprio un tipo) che possano modulare segnali elettrici. Le piante possono avere risposte ormonali a determinate situazioni (come un erbivoro che mangia le loro foglie o la crescita di tante giovani piantine vicino a loro), ma questo è dovuto al fatto che le piante proprio non hanno bisogno di un sistema nervoso: il sistema nervoso modula impulsi rapidi, utili per reagire alle situazioni, una pianta (che è un organismo ancorato ad un substrato e capce di rigenerare interamente le sue foglie) non ha bisogno di questo, dato che l'unica reazione utile è quella di aumentare la produzione di determinate sostanze e segnalare alle piante vicine di aumentare la propria produzione di quelle sostanze. Inoltre, il trasferimento ionico delle radici non è volontario, ed aumenta o diminuisce a seconda del metabolismo della pianta (dato che stiamo parlando del passaggio di ioni in soluzione, usati per "nutrire" la pianta): non è modulato per "segnalare" roba e, se lo fa, lo fa in maniera collaterale.

 

 

 

Al limite possono avvertire le onde elettromagnetiche (come quelle della luce o quelle delle radici delle piante vicine), di sicuro non "onde energetiche" di tipo indefinito :P . Inoltre, per provare emozioni è necessario avere un cervello, dal momento che un prerequisito per provare delle emozioni è avere una buona velocità di reazione nei confronti dgeli stimoli (cosa che non è possibile avvalendosi solo degli ormoni).

 

Capisco che "Avatar" vi abbia colpito ma non cerchiamo di infilare cose che sulla Terra non esistono avvalendosi di studi dubbi, dai...

 

io però un bel "per quel che ne sappiamo ora" lo metterei all'inizio del tuo discorso, dato che per la scienza ( intesa in senso letterale come "conoscenza" ), non abbiamo informazioni certe a riguardo di come gli esemplari del mondo vegetale comunichino tra loro, e nemmeno se lo fanno.

 

D'altronde, la scienza, un tempo diceva che la terra era piatta, che era al centro dell'universo, che l'atomo era la particella più piccola in cui si poteva dividere la materia... al tempo... poi però la (cono)scienza è cresciuta, e si è scoperto che... era tutto sbagliato.

 

Sia ben chiaro, non voglio - come tu dici - "infilare cose che sulla Terra non esistono avvalendosi di studi dubbi", però non ho dati certi nemmeno per asserire il contrario.

 

Quindi, con buon spirito di scienziato, resto con la mente aperta e continuo a cercare... magari un giorno ti dirò che avevo torto, ma magari invece lo "dirai" tu al salice di fronte a casa... ;)

 

La scienza è curiosità, dinamicità e ricerca, non pregiudizio o staticità di pensiero.

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io però un bel "per quel che ne sappiamo ora" lo metterei all'inizio del tuo discorso, dato che per la scienza ( intesa in senso letterale come "conoscenza" ), non abbiamo informazioni certe a riguardo di come gli esemplari del mondo vegetale comunichino tra loro, e nemmeno se lo fanno.

 

D'altronde, la scienza, un tempo diceva che la terra era piatta, che era al centro dell'universo, che l'atomo era la particella più piccola in cui si poteva dividere la materia... al tempo... poi però la (cono)scienza è cresciuta, e si è scoperto che... era tutto sbagliato.

 

Sia ben chiaro, non voglio - come tu dici - "infilare cose che sulla Terra non esistono avvalendosi di studi dubbi", però non ho dati certi nemmeno per asserire il contrario.

 

Quindi, con buon spirito di scienziato, resto con la mente aperta e continuo a cercare... magari un giorno ti dirò che avevo torto, ma magari invece lo "dirai" tu al salice di fronte a casa... ;)

 

La scienza è curiosità, dinamicità e ricerca, non pregiudizio o staticità di pensiero.

 

Ma neppure inventare roba o fare ipotesi azzardate. Tanto più che in questo caso la produzione di ormoni nelle piante viene studiata da più di trent'anni, ed è stata ampiamente documentati. Poi che ci siano tante altre cose da scoprire è palese (anzi, si sa ancora poco sui sistemi di comunicazione delle piante, per esempio quella del trasferimento ionico nelle radici usato, in maniera collaterale, per "avvisare" le piante vicine sono cose scoperte da poco e neppure certe) , però è inutile sperare che saltino fuoi prove di una comunciazione neuronale quando è impossibile questo, portando esempi che derivano dalla filosofia mediale (che, per inciso, neppure diceva che la Terra era piatta, la quale era una credenza popolare; infatti si parlava di "sfere celesti"...) o greca antica (il concetto di "atomo" salta fuori da lì, che poi sia stato riutilizzato è un altro discorso), dal momento che la neurobiologia è una scienza ed i neurobiologi sanno esattamente come avvengono determinati fenomeni (grazie a centinaia di esperimenti e migliaia di studi basati sui dati). Anche perché poi il titolo della discussione è "Anche le piante hanno dei sentimenti", non "Anche le piante comunicano": nel primo caso non è possibile (niente comunicazione organizzata fra loro e niente organi assimilabili al cervello o cellule assimilabili ai neuroni), nel secondo caso avoglia se comunicano! :) Di informazioni certe ce ne sono, come nel caso della comunicazione ormonale e delle risposte agli stimoli (per esempio, la Mimosa pudica ripiega le sue foglie se vengono toccate, ma non è certo una reazione determinata dal sistema nervoso) ci sono prove a valanghe, probabilmente inoltre le piante sanno reagire a stimoli elettromagnetici (vedi cambiamenti nella composizione spettrale della luce, vedi cambiamenti nel flusso ionico nelle radici delle painte vicine), sicuramente sapranno fare altro, ma non è chiusura mentale e pregiudizio dire che le piante oggettivamente non possono fare certe cose. E' come dire che i sassi possano comunicare tra loro: non è chiusura mentale dire che è impossibile, oggettivamente lo è (perché non hanno organi, hanno una chimica particolare, non sono esseri viventi, non possono modulare segnali elettrici ecc...). :)

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io però un bel "per quel che ne sappiamo ora" lo metterei all'inizio del tuo discorso, dato che per la scienza ( intesa in senso letterale come "conoscenza" ), non abbiamo informazioni certe a riguardo di come gli esemplari del mondo vegetale comunichino tra loro, e nemmeno se lo fanno.

 

D'altronde, la scienza, un tempo diceva che la terra era piatta, che era al centro dell'universo, che l'atomo era la particella più piccola in cui si poteva dividere la materia... al tempo... poi però la (cono)scienza è cresciuta, e si è scoperto che... era tutto sbagliato.

 

Sia ben chiaro, non voglio - come tu dici - "infilare cose che sulla Terra non esistono avvalendosi di studi dubbi", però non ho dati certi nemmeno per asserire il contrario.

 

Quindi, con buon spirito di scienziato, resto con la mente aperta e continuo a cercare... magari un giorno ti dirò che avevo torto, ma magari invece lo "dirai" tu al salice di fronte a casa... ;)

 

La scienza è curiosità, dinamicità e ricerca, non pregiudizio o staticità di pensiero.

 

Sono COMPLETAMENTE d'accordo con te, amico.

Andando infatti in giro su Internet ho trovato (anche se non so se è stato appurato scientificamente), che all'inizio del Mondo, alcuni batteri sono entrati in cellule vegetali, acquisendone alcunepotenzialità: alcuni sono morti, altri sono diventati cloroplasti, e cioè coloro che effettuano la fotosintesi clorofilliana. Altri ancora invece sono andati a occupare un postoun po' strano in fondo alle radici delle piante e sarebbero diventati CLOROPLASTI CONDENSATORI, che "condensano" cioè l'elttricità e gli impulsi elettrici interni, in conseguenza ad altri impulsi ricevuti dall'esterno. E queste si crede che siano specie di EMOZIONI vegetali. E il bello è che non hanno bisogno di sistema nervoso!!!

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Andando infatti in giro su Internet ho trovato (anche se non so se è stato appurato scientificamente), che all'inizio del Mondo, alcuni batteri sono entrati in cellule vegetali, acquisendone alcunepotenzialità: alcuni sono morti, altri sono diventati cloroplasti, e cioè coloro che effettuano la fotosintesi clorofilliana. Altri ancora invece sono andati a occupare un postoun po' strano in fondo alle radici delle piante e sarebbero diventati CLOROPLASTI CONDENSATORI, che "condensano" cioè l'elttricità e gli impulsi elettrici interni, in conseguenza ad altri impulsi ricevuti dall'esterno. E queste si crede che siano specie di EMOZIONI vegetali. E il bello è che non hanno bisogno di sistema nervoso!!!

 

La prima parte è la cosiddetta teoria endosimbiontica, che spiega non solo la formazione dei cloroplasti ma anche dei mitocondri ed è piuttosto accreditata, dato che spiega le differenze a livello del patrimonio ereditario nonché il fatto che si dividano indipendentemente dalla cellula. In ogni caso io non ho trovato nessun riferimento a dei "cloroplasti condensatori" da nessuna parte, né su Internet né sui miei libri di botanica, puoi darmi una bibliografia a riguardo? Che esistano diversi tipi di plastidi (il supergruppo di organuli a forma di lente a cui appartengono anche i cloroplasti) e che alcuni di essi si trovino nelle radici è assodato, ma i leucoplasti (questo il nome dei plastidi che si trovano nelle radici) accumulano sostanze di riserva, di certo non sono degli accumulatori di elettricità con cui non hanno nulla a che fare.

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Ma neppure inventare roba o fare ipotesi azzardate. Tanto più che in questo caso la produzione di ormoni nelle piante viene studiata da più di trent'anni, ed è stata ampiamente documentati. Poi che ci siano tante altre cose da scoprire è palese (anzi, si sa ancora poco sui sistemi di comunicazione delle piante, per esempio quella del trasferimento ionico nelle radici usato, in maniera collaterale, per "avvisare" le piante vicine sono cose scoperte da poco e neppure certe) , però è inutile sperare che saltino fuoi prove di una comunciazione neuronale quando è impossibile questo, portando esempi che derivano dalla filosofia mediale (che, per inciso, neppure diceva che la Terra era piatta, la quale era una credenza popolare; infatti si parlava di "sfere celesti"...) o greca antica (il concetto di "atomo" salta fuori da lì, che poi sia stato riutilizzato è un altro discorso), dal momento che la neurobiologia è una scienza ed i neurobiologi sanno esattamente come avvengono determinati fenomeni (grazie a centinaia di esperimenti e migliaia di studi basati sui dati). Anche perché poi il titolo della discussione è "Anche le piante hanno dei sentimenti", non "Anche le piante comunicano": nel primo caso non è possibile (niente comunicazione organizzata fra loro e niente organi assimilabili al cervello o cellule assimilabili ai neuroni), nel secondo caso avoglia se comunicano! :) Di informazioni certe ce ne sono, come nel caso della comunicazione ormonale e delle risposte agli stimoli (per esempio, la Mimosa pudica ripiega le sue foglie se vengono toccate, ma non è certo una reazione determinata dal sistema nervoso) ci sono prove a valanghe, probabilmente inoltre le piante sanno reagire a stimoli elettromagnetici (vedi cambiamenti nella composizione spettrale della luce, vedi cambiamenti nel flusso ionico nelle radici delle painte vicine), sicuramente sapranno fare altro, ma non è chiusura mentale e pregiudizio dire che le piante oggettivamente non possono fare certe cose. E' come dire che i sassi possano comunicare tra loro: non è chiusura mentale dire che è impossibile, oggettivamente lo è (perché non hanno organi, hanno una chimica particolare, non sono esseri viventi, non possono modulare segnali elettrici ecc...). :)

 

Sono pienamente d'accordo sulla necessità di non scadere nel mondo della fantasia o peggio nell'assurda irrealtà, anche perchè voler assumere per vera una determinata affermazione che non si può provare, equivale a commettere lo stesso errore di chi vuole affermare che tale asserzione è impossibile.

 

Resta il fatto che il concetto che ti ho espresso è comunque "super partes", ovvero " tutto vero fino a qui, per quanto ne sappiamo oggi ".

 

Capiscimi, non sono nè un biologo, nè un neurobiologo, nè tanto meno un "dotto" in qualsivoglia scienza, però laddove la mia conoscenza si ferma o laddove non posso reperire informazioni certe che colmino le mie lacune, preferisco usare la logica, e la logica impone di lasciare sempre la porta aperta al dubbio, anche se questo - a volte - vuol dire rasentare il limite della realtà.

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Revenant devo dire che sei un vero pozzo di sapienza.

Rilasci informazioni in maniera così naturale da essere paragonata al rilascio spontaneo di ormoni delle piante 😊

 

Che dire, hai dato una spiegazione molto approfondita e molto scientifica e non ho le nozioni per controbattere.

Ma come ha ricordato il nostro Niftue rey, bisognerebbe fare una premessa ben specifica sulla limitatezza del sapere umano e scientifico.

E' ovvio che fino a prova contraria vale sempre l'ultima teoria elaborata e dimostrata ma nel corso dei secoli molte sono state le occasioni in cui la scienza è stata poi riscritta, smentita e rifatta parzialmente o completamente.

 

Quindi io mi limito ad avere il beneficio del dubbio :) forse anche perchè sono un sognatore, ma comunque non credo ci sia mai nulla di certo, non con le nostre nozioni che, nonostante crediamo siano estese e complete, credo siano allo stato embrionale di ciò che veramente è la realtà dell'universo in generale.

 

Abbiamo studiato le emozioni, su umani e animali, abbiamo elaborato un modello e sviluppato teorie su basi scientifiche : tutto perfetto ma io credo che molto ancora dobbiamo scoprire, a volte la scienza è solo più lenta di ciò che inizialmente chiamiamo fantascienza... a volte è solo la scienza del futuro ! 😊

 

Ribadisco di non essere preparato in questa materia in maniera così approfondita, ma credo che il concetto appena esposto sia estendibile a tutto ciò che è la ricerca della "verità". Quando diamo una cosa per scontata e ovvia ecco che qualcuno o qualcosa ci smentisce e smonta tutto ciò che fino a ieri era una certezza assoluta e indistruttibile.

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La prima parte è la cosiddetta teoria endosimbiontica, che spiega non solo la formazione dei cloroplasti ma anche dei mitocondri ed è piuttosto accreditata, dato che spiega le differenze a livello del patrimonio ereditario nonché il fatto che si dividano indipendentemente dalla cellula. In ogni caso io non ho trovato nessun riferimento a dei "cloroplasti condensatori" da nessuna parte, né su Internet né sui miei libri di botanica, puoi darmi una bibliografia a riguardo? Che esistano diversi tipi di plastidi (il supergruppo di organuli a forma di lente a cui appartengono anche i cloroplasti) e che alcuni di essi si trovino nelle radici è assodato, ma i leucoplasti (questo il nome dei plastidi che si trovano nelle radici) accumulano sostanze di riserva, di certo non sono degli accumulatori di elettricità con cui non hanno nulla a che fare.

 

Come già detto, le informazioni di questi tipi di Cloroplasti le ho trovate su Internet, rimbalzando da sito a sito, non so perciò dirti precisamente il link, ma ho comnciato cercando CELLULA VEGETALE su Google, poi sono rimalzato sui cloroplasti fino a trovare una breve descrizione che sembrava appartenesse ad un vecchio giornale, che riportava questi Cloroplasti Condensatori.

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Come già detto, le informazioni di questi tipi di Cloroplasti le ho trovate su Internet, rimbalzando da sito a sito, non so perciò dirti precisamente il link, ma ho comnciato cercando CELLULA VEGETALE su Google, poi sono rimalzato sui cloroplasti fino a trovare una breve descrizione che sembrava appartenesse ad un vecchio giornale, che riportava questi Cloroplasti Condensatori.

 

Sarà, intanto non mi riesce neppure digitando "Cloroplasti condensatori" a trovarli direttamente (uso anch'io Google, a proposito), tantomeno digitando "Cellula vegetale", comprendi bene che sono estremamente scettico (anche perché, se era su un vecchio giornale e le informazioni fossero state confermate, avrei dovuto travarne traccia da qualche parte), ti sembra?

 

 

Grazie, ma sono solo uno studente di scienze naturali e non credo di essere un "sapiente", anzi. ☺️

Detto questo, secondo me dire "le piante hanno sentimenti" sperando in una futura risposta da parte della scienza non ha senso, visto che per fare scienza servono prove empiriche e non basta sperare che, un giorno, salteranno fuori. Mi spiego meglio: se io spero che da qualche parte nel Mar della Cina ci sia una specie di draghi multicolore con dei lunghi baffi, intelligenza umana e che sputano gemme, questo non significa che ci siano, lo devo provare (fotografarli, portando parti di uno di loro a qualche scienziato, catturandone uno ecc...) che esistano con prove empiriche; fino ad allora, la scienza ritiene che non esistano (o che, in questo caso, non possano esistere, dal momento che non si capisce come possano fare a vomitare diamanti e ad essere sfuggiti a millenni di osservazioni...).

Inoltre, vorrei far notare che non è vero che quello che si credeva in passato fossero solo nozioni errate: Aristotele descrisse correttemente le balene come mammiferi e descrisse l'apparato boccale dei ricci di mare (che infatti si chiama "lanterna di Aristotele"), oltre a raggruppare correttamente diversi animali simili, ad esempio. Eratostene dimostrò che la Terra era rotonda molti anni prima di Cristo e ne stimò le dimensioni ecc... :) Chiaramente, siamo ancora lontani da poter affermare di saper tutto, ma questo non è una giustificazione per dar credito a buffe teorie (per fare una battuta, è un po' come sperare che il telescopio Hubble trovi all'interno di un buco nero un omino con una pila elettrica che cerca l'interruttore della luce :D ).

Modificato da Revenant
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  • 4 settimane dopo...

Beh, io mi sono sempre chiesta perchè l'uomo è l'unico essere sulla terra a pensare... ma devo ammettere che sarebbe inquietante, soprattutto perchè alcune piante devono essere recise per forza... le erbacce che rischiano di rovinare le tubature dell'acqua oppure quelle che soffocano altre piante.... con gli animali è diverso, perchè basta spostarli, ma in questo caso bisognerebbe proprio installare le nozioni di giardinaggio nell'umanità, non che sia contraria ;)

 

 

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  • 3 mesi dopo...

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