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Abissi


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Buongiorno a tutti, come già fatto con i Condritti ho deciso di fare un nuovo "articolo" (se così si può chiamare), all'interno di quella che spero essere una trilogia dedicata ai mari terrestri (che potrebbe anche diventare una bilogia, se non vi piacerà questo "pezzo"... :) ). Il primo trattava di un gruppo di animali (i Condritti), il secondo (questo) tratta di un'intera zona delle profondità marine (con riferimenti a quanto avviene nello Stretto di Messina) ed il prossimo (se ci sarà) tratterà di un'ambiente ben preciso. Allora, prima di iniziare vorrei dare un paio di riferimenti bibliografici, che sono "Biologia marina" di Cognetti, Sarà e Magazzù (generico, ma veramente ottimo) e "Guida alla biologia marina del Mediterraneo" di Cerrano, Ponti e Silvestri (più specifico ed improntato alla fauna del Mediterraneo). Buono è anche "Fauna del Mediterraneo-guida completa" di Giovanni Nikiforos, senza cui non avrei potuto scrivere questo "pezzo", dal momento che si tratta di un libro identificativo molto completo e che raggruppa gli organismi non solo per Classe di appartenenza e per aspetto ma (anche) per la zona di profondità in cui vivono. Inoltre, vorrei consigliare il sito www.fishbase.org, veramente un buon sito di identificazione delle specie ittiche e con ottimi riferimenti alla bibliografia ufficiale. Infine, vorrei ricordare che le foto non sono mie.Il tema che vorrei proporvi oggi è

 

Abissi

Immaginatevi un mondo in cui la luce non penetra mai. Un mondo di organismi dotati di curiosi organi che emettono luce, che usano per comunicare fra loro o per spaventare potenziali aggressori. Un mondo di pesci con il treppiedi, di strani animali gelatinosi che si muovono brillanti nella corrente, di pressioni assolutamente devastanti che eppure non sembrano far nulla ad animali fragilissimi. Di catene alimentari basate su strani batteri che usano lo zolfo per la respirazione. Questo è il mondo degli abissi. Anzitutto, bisogna capire cosa è "profondità abissale" e cosa non lo è. Diciamo che è la zona in cui finiscono i dolci pendii della piattaforma continentale e dove comincia la scarpata continentale in poi: in pratica, se ci allontaniamo dalla riva verso il mare aperto il fondale continuerà a scendere (e la colonna d'acqua a salire) per poi scendere a strapiombo fino alla piana abissale, una sorta di grande "pianura" abissale che si può estendere per centinaia di chilometri*. Questo "picco" si forma di solito intorno ai 200 metri di profondità, e può arrivare intorno ai 4000 metri di profondità. La piana può essere inclinata e continuare a scendere fino a 6000 metri di profondità, finché nei pressi delle fosse oceaniche (delle grandi spaccature nella crosta oceanica in cui viene "inghiottita" della crosta oceanica, con delle conseguenti depressioni) si possono raggiungere profondità superiori ai 10000 metri (come nel caso della Fossa delle Marianne). Ovviamente, stiamo parlando di aree del fondale marino enormi e studiate pochissimo, perciò è meglio focalizzarsi sul Mar Mediterraneo (dato che è quello che maggiormente ci riguarda), per poi fare degli excursus eventualmente.

Nel Mar Mediterraneo la profondità massima è di oltre 5000 metri nel Mar Ionio, anche se pure il Mar Tirreno e quello Libico (con profondità superiori rispettivamente ai 3800 ed ai 4300 metri) non scherzano affatto. Se consideriamo che la pressione dell'acqua aumenta approssimativamente di un'atmosfera ogni 10 metri (per cui a 10 metri di profondità avremo già 2 atmosfere di pressione, a 20 3 e così via) in fondo allo Ionio abbiamo circa 500 atmosfere di pressione, mentre nel Tirreno circa 380; un'enormità, se si considera che le atmosfere sono uguali a chilogrammi (intesi come forza, quindi in realtà sarebbero da chiamare newton e non usare l'unità di misura della massa**) su centimetro quadrato, ci possiamo rendere facilmente conto dell'enorme pressione. Inoltre, le temperature medie annuali tendo ad essere più o meno pari ai 13 °C costantemente, contro i circa 18 °C della superficie. Infine, la luce tende velocemente a scomporsi nelle sue componenti fondamentali velocemente, tanto più che già a 10 metri di profondità non è possibile percepire il rosso; l'ultimo colore ad essere assorbito è il blu, il quale arriva fino a 500 metri di profondità, oltre il quale c'è solo...buio pesto! Quindi, la maggior parte degli organismi fotosintetici (come alghe e piante) vivono nei 100 metri di fondali, e solo rare (e scarse come numero) specie si spingono fino a tale profondità, pertanto le piane abissali sono completamente prive di forme di vita vegetali. E allora, in assenza di luce che possa sostentare la vita vegetale, come è possibile che esista vita animale ben al disotto di tale limite?La soluzione a questa domanda è duplice: attraverso materiale organico che cade dall'alto ed usando come fonte di energia qualcosa diverso dalla luce. In diverse zone infatti molti organismi sfruttano letteralmente ciò che cade dall'alto: animali morti e parti di alghe e piante marine finiscono letteralmente per cadere dall'alto verso il basso, per effetto della semplice forza di gravità. Inoltre, le correnti possono portare tale nutrimento molto lontano dalla costa, permettendo così agli animali di nutrirsi pur trovandosi in zone con poca biomassa. E' stato recentemente dimostrato, per esempio, che una singola carcassa di balena caduta sul fondo del mare può nutrire e dare alloggio a diversi tipi di organismi (dai granchi di profondità a curiosi vertebrati affini alle lamprede noti come missine, fino a stelle serpentine e ai cirripedi, i quali si innestano sulle ossa dello scheletro) per svariati mesi, in alcuni casi persino anni. Questo ci fa capire come sia possibile già di suo avere vita al disotto dei 500 metri. In aggiunta, in diverse zone del mondo si sviluppano grandi comunità di organismi intorno ai cosiddetti camini neri. Queste strutture appaiono come delle sorte di piccoli vulcani da cui, anziché eruttare lava, viene prodotto un getto d'acqua ad elevatissima temperatura. Questo accade per via del contatto dell'acqua marina con il magma incandescente, il che può produrre temperature che possono arrivare intorno ai 400 °C; l'unico motivo per cui tale acqua non bolle è che la pressione è eccezionalmente elevata nei punti dove si originano tali fenomeni, in quanto sono tipici di zone comprese tra i 600 ed i 3500 metri, in zone con una elevata attività vulcanica.*** Questo getto rovente inoltre appare nero, in quanto all'acqua si mescolano svariate sostanze all'acqua, tra cui molti composti a base di zolfo come l'H2S (solfuro di idrogeno). Sebbene questa situazione possa sembrare molto ostile alla vita, in verità è proprio qui che si trovano gli animali bentonici (cioè che vivono legati al substrato, che non amano o che non possono nuotare insomma) abissali di maggiori dimensioni; questo è possibile per diversi fattori. In primis, la temperatura intorno a queste sorgenti idrotermali (perché fanno parte di questo gruppo, esattamente come le terme ed i geyser) è sempre di almeno un paio di gradi superiore a quello delle masse d'acqua circostanti, il che non è certamente irrilevante. In secundis, esistono enormi popolazioni di batteri che usano il solfuro di idrogeno per la respirazione, i quali vivono spesso in simbiosi con i curiosi pogonofori (dei grandi vermi che vivono in grandi colonie esclusivamente in queste zone) e con grandi molluschi bivalvi tipici di questa zona. Questi batteri quindi producono molta biomassa, che nutre la popolazione di animali che si affolla in queste zone (che possono includere, oltre ai suddetti pogonofori e bivalvi, anche gamberi, gamberetti, granchi, ofiure, ecc...) i quali poi fungono da nutrimento per animali pelagici (cioè liberamente natanti) come i pesci ed i calamari.

Infine, non è da sottovalutare il fatto che molte specie di animali abissali, durante la notte, si spostano più vicino alla superficie per cercare cibo. Questo fatto è importante, dato che molti animali non sarebbero altrimenti osservabili per questo motivo: la verità è che il plancton (di cui molti animali si nutrono) durante il giorno tende a spostarsi di giorno più in profondità e di notte a risalire. Alcuni aniamli abissali, addirittura, si spingono fin quasi alla superficie dell'acqua. In definitiva, quindi, come appare il paesaggio del fondale oceanico? Togliendo ipoteticamente l'acqua, vedremmo montagne e colline isolate (alcune più alte del Monte Bianco), vulcani (alcuni dei quali di dimensioni spaventose) e pure curiose montagne a cima tronca, delle specie di altopiani sottomarini, nonché strani rigonfiamenti anche molto grandi dove il fondale marino viene formato. E' importante parlare di queste strutture perché le montagne (soprattutto, le montagne sottomarine isolate dalle altre) e gli altopiani sottomarini sono diventati ultimamente zone promettenti, assieme alle sorgenti calde, per scoprire nuove specie di animali.

Le montagne e le colline sottomarine spiccano sulla piana abissale di almeno 50 metri, anche se spesso non hanno niente da invidiare alle montagne terrestri, superando talvolta i 3000 metri di altezza e arrivando persino, in qualche caso, ad emergere dalla superficie del mare: le Eolie e Stromboli sono, per esempio, rispettivamente delle montagne ed un vulcano sottomarini. Logicamente, a noi interessano però maggiormente quelle che sono completamente immerse e che, anzi, si trovano a grandi profondità (la cui base, cioè, può trovarsi anche a 5000-6000 metri di profondità). Su questi grandi rilievi abissali si trovano, infatti, molte specie di animali sconosciute, anche per il fatto che sono poco conosciute e studiate (visto anche le enormi profondità in cui si trovano). Perché si trovano molte specie di animali su questi rilievi, però? Bisogna immaginare che attorno a queste aree si trovano spesso grandi zone brulle, dove non ci sono altri rilievi e talvolta percorse da correnti abissali che rendono poco agile per le varie specie animali (che non siano, ovviamente, larve o uova) attraversarle, quindi queste montagne tendono a restare isolate e ciascuna di esse a sviluppare una propria fauna e popolazione caratteristica, anche con specie che si sono evolute esclusivamente su quel rilievo e non si trovano da nessun'altra parte (esattamente come accade con le montagne e gli altopiani terrestri). A rendere difficile per molte specie abbandonarle, oltre alle correnti ed alla relativa assenza di altri “punti di interesse” nella piana circostante, è anche il fatto che i fianchi di questi rilievi è sovente molto ripido, e per gli animali bentonici questo può essere un grave problema. Inoltre, se consideriamo che queste montagne possono anche superare i 4000 metri di altezza, la temperatura dell'acqua sulla cima della montagna è maggiore rispetto a quella alla base, un dettaglio sicuramente non ininfluente. Ciò non vuol dire che le piane abissali siano prive di vita anzi, come detto prima, anch'esse hanno una fauna bentonica e pelagica ricchissima ed in gran parte sconosciuta, solo che non hanno (come nel caso delle pianure terrestri) una varietà paragonabile a quella delle montagne.

Ora, io vorrei soffermarmi molto sullo Stretto di Messina e sulla fauna abissale mediterranea, sia perché ci riguarda da vicino, sia perché la nostra fauna abissale ha poco da invidiare a quella del resto del mondo (abbiamo anche noi dei “calamari giganti”, pensate un po'! :) ). Lo Stretto di Messina è una zona benedetta per lo studio della popolazione a grandi profondità, non solo perché il fondale marino è irregolare (la parte nel Mar Tirreno ha profili più dolci rispetto a quella molto più ripida dello Ionio) e raggiunge notevoli profondità (fino a circa 2000 metri), ma anche perché vi sono forti correnti anche verso la superficie, e questo rende possibile pescare, osservare ed esaminare esemplari provenienti da zone molto più profonde. Anzitutto, però, quali sono i particolari accorgimenti che devono adottare gli organismi e quali problematiche devo affrontare per vivere nelle profondità abissali?

Anzitutto i problemi principali sono tre: temperatura, ossigenazione e pressione. La temperatura infatti già intorno agli 800 metri diventa pressoché stabile sui 13 °C, il che impone un metabolismo piuttosto lento: il che non impedisce, ovviamente, la presenza di grandi ed attivi predatori (come i calamari giganti), anzi! Il fenomeno del gigantismo abissale è molto ben presente, vedasi i pigonofori (che possono superare i 2 metri di lunghezza), vedasi i grandi isopodi abissali (parenti dei comuni porcellini di terra, quei piccoli animaletti duri che si appallottolano e che si trovano nei sottovasi) che possono superare i 70 centimetri, vedasi lo stesso Architeuthis, un calamaro di proporzioni epiche che può raggiungere i 13 metri di lunghezza (tentacoli inclusi); perché lo facciano non è conosciuto, probabilmente per poter immagazzinare maggiori quantità di cibo e resistere meglio alla pressione. Inoltre, un metabolismo più lento impone una crescita più lenta, non necessariamente uno stile di vita passivo.

Con l'aumentare della profondità aumenta anche la concentrazione di sale nell'acqua, il quale si arresta sul 38,5-38,75% intorno ai 1600 metri (Contro il 38% circa nei pressi della superficie) e, come la temperatura, rimane pressoché costante con l'aumentare della profondità. Il problema più grande dell'aumento della salinità è la diminuzione della possibilità, per l'acqua, di poter mantenere in soluzione grandi quantità d'ossigeno; tuttavia, tale problema viene controbilanciato con la diminuzione della temperatura, dato che un fluido (non solo l'acqua, anche i gas come il metano o le miscele come l'aria) aumenta la sua capacità di mantenere ossigeno “disponibile” disciolto nell'acqua tanto più è bassa la sua temperatura, quindi in linea di massima gli organismi di profondità non hanno questa problema (anche perché, nonostante l'assenza di piante, l'ossigeno viene portato nelle zone dove è possibile la vita dalle correnti dalle zone più superficiali). Infine, c'è il grande problema della pressione: come abbiamo visto, la pressione può allegramente raggiungere le 200 e più atmosfere a circa 2000 metri di profondità; per fare un esempio, un uomo non può sopportarne più di una decina senza la necessaria attrezzatura... Come fanno gli organismi abissali quindi a sopportarle? In realtà esistono molti modi. Molti organismi di profondità infatti sono o dotati di spessi esoscheletri esterni o ossature interne (questo specialmente nel caso di animali come i capodogli) o, al contrario, sono dotati di un'ossatura fragile e/o composta in buona parte da cartilagine o assente, dal momento che usano la stessa pressione dell'acqua per mantenere il loro corpo bello turgido (cioè gonfio) e resistente. Ovviamente, tolta la pressione dell'acqua questi animali si “afflosciano” come dei sacchi vuoti, il che indica che necessitano di alte pressioni per poter sopravvivere e non possono allontanarsi da queste; a questo gruppo appartengono molti pesci che vivono ad elevate profondità, ma anche meduse, molluschi, cetrioli di mare abissali ecc... L'aspetto più affascinante degli animali di profondità è il loro modo di comunicare o di attirare prede, nonché la loro colorazione: molti animali che vivono a notevoli profondità (incluso il calamaro gigante) sono colorati di rosso. Come ho scritto prima, la componente rossa dello spettro luminoso viene assorbito nei primi 10 metri di profondità; ne risulta che animali viventi a grandi profondità siano praticamente invisibili agli altri organismi per questo motivo. Altre colorazioni comuni sono il nero, i toni di grigio, il bianco (soprattutto negli animali che vivono ad elevatissime profondità) o (più semplicemente) l'assenza parziale o totale di pigmenti, il che rende effettivamente l'animale trasparente. Insomma, possiamo dire che il mondo delle elevate profondità sia estremamente ricco ed affascinante ma non che sia coloratissimo. :) Inoltre, è caratteristica la produzione di luce da parte di organi denominati fotofori.

I fotofori si trovano comunemente nei pesci e nei cefalopodi (polpi e calamari) abissali, anche se si trovano pure in altri gruppi di animali. Sono organi che producono luce fredda (cioè senza emissione di calore, come la luce delle lucciole) attraverso delle complesse reazioni chimiche prodotte da dei batteri simbionti (i quali, in pratica, vengono mantenuti dall'animale in cambio della produzione di queste sostanze) o dall'animale stesso. Spesso sono inoltre presenti delle “tasche”, che possono oscurare i fotofori alla bisogna. Questi fotofori vengono usati spesso per comunicare con altri animali della propria specie o per attirare (come nel caso dei lofi e delle vipere di mare) potenziali prede, in tal caso si trovano a volte su dei peduncoli appositi: l'animale li agita a simulare il movimento di un piccolo animaletto, finché la potenziale preda non si trova a portata di fauci, esattamente come un pescatore muove un'esca artificiale nell'acqua per attirare a sé le prede. Curioso è infine il caso di alcuni calamari abissali: dato che in profondità spruzzare nubi di inchiostro nero è inutile (dato che è tutto buio), spruzzano dei getti di sostanze bioluminescenti, le quali producono nubi luminose che disorientano i predatori permettendo così all'animale di fuggire. La presenza di fotofori e di emissioni luminose di origine animale spiega anche perché molte di queste creature abbiano enormi occhi, utili per cogliere potenziali manifestazioni luminose di potenziali piccole prede; inoltre alcuni animali, per captare fino al più insignificante fotone**** proveniente dall'alto, hanno gli occhi posti anziché davanti o ai lati della testa sopra di essa, con le orbite perennemente rivolte verso l'alto.

Detto questo vorrei proporvi una carrellata di alcuni degli organismi che vivono in (o che sono relazionati a) questo mondo in cui la luce non arriva, proponendovi gli animali (o gruppi di animali) più importanti (o semplicemente più curiosi, o che ci riguardano più da vicino perché nuotano nei nostri mari); chiaramente non è una lista esaustiva della popolazione abissale, tutt'altro, anzi se qualcuno avesse delle richieste riguardo a qualche tipo di pesce o di animale di profondità caratteristico è pregato di dirmelo. :)

Vipere di mare

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Un Chauliodus sloani in tutta la sua...bruttezza

Le vipere di mare sono pesci appartenenti agli Stomiidae (già il nome è tutto un programma, dato che stoma, in greco, indica la pancia...). Sono lunghi fra i 10 ed i 40 centimetri e tutti dotati di enormi bocche piene di denti aguzzi e di un corpo molto affusolato (nello Stomias boa, o pesce drago, quasi serpentino), con grandi occhi posti all'apice della testa, il che indica che sono grandi predatori che si nutrono praticamente di tutto quello che possono inghiottire (il che significa anche prede grandi quasi quanto loro); gli adulti non hanno veri e propria archi branchiali. Alcune specie sono dotate di grossi “incisivi inferiori”, che vengono usati non per infilzare la preda ma per trattenerla tra gli altri denti della mascella inferiore ed il palato, permettendo così di inghiottirla con più facilità. Sono presenti grandi quantità di fotofori su tutto il corpo, di solito sono però concentrati particolarmente lungo la linea laterale (l'organo che consente ai pesci di percepire i cambiamenti della pressione circostante, permettendo così di orientarsi anche al buio più completo o in acque torbide con una specie di “sesto senso”) e nella bocca (come mezzo per attirare le prede). In alcune specie è presente un'appendice sulla mascella inferiore o un prolungamento della pinna dorsale che viene usata in modo simile a quella dei lofi, terminante in un fotoforo, che viene agitata per attirare piccole prede. Come molti pesci simili, la pelle dello stomaco è spessa in modo tale che i fotofori di eventuali prede ingerite non brillino mentre vengono digerite, attirando così i predatori. Si trovano di solito a profondità comprese tra i 200 ed i 2800 metri.

Squali abissali

Anche ad elevate profondità sono di solito gli squali a detenere il ruolo di super predatori. Esistono diverse specie di squali abissli, diverse delle quali di forma curiosa, ma io vorrie presentarvi la più curiosa e le due più significative: il clamidoselache o squalo anguilla (Chlamydoselachus anguineus), lo squalo dalle sei branchie (Hexanchus griseus) e lo squalo goblin (Mitsukurina owstoni).

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Uno squalo anguilla maschio in fin di vita vicino alla superficie

Il primo è un curioso squalo primitivo, dotato di sette branchie, bocca posta frontalmente e di un corpo serpentiforme, con grandi occhi posti frontalmente e con la pinna caudale estesa per tutta la lunghezza della coda. Oltre a queste caratteristiche, ciò che lo rende uno squalo molto primitivo è anche la presenza di strani denti cuspidati (cioè con più punte), che usa per nutrirsi principalmente di altri pesci e dei calamari. Raggiunge i 2 metri di lunghezza ed è molto raro nel Mediterraneo, sebbene una specie affine ( il Chlamydoselachus lawley) frequentasse abitualmente le acque del Mare Nostrum, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di denti fossili; usualmente si trova tra i 120 ed i 1600 metri di profondità, anche se esemplari moribondi spesso si spingono fino in superficie.

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Un Hexanchus griseus tranquillamente natante

Lo squalo dalle sei branchie è invece un grande squalo munito appunto di sei branchie (il che quindi lo classifica come uno squalo piuttosto primitivo anch'esso), che può raggiungere i 5 metri di lunghezza (cioè, più o meno la taglia media di uno squalo bianco) per un peso di circa 600 chilogrammi. Anche questo pesce è abbastanza legato al fondale marino, e lo si trova di solito fra i 200 e i 1000 metri di profondità, anche se si può spingere fin quasi in supericie di notte o rinvenire fino ai 2500 metri (come testimoniano alcuni filmati). Si trova in quasi tutti i mari del mondo e, sebbene si nutra anche di grandi pesci e calamari, la sua scarsa aggressività e la sua abitudine a risalire la colonna d'acqua solo di notte (e solo i giovani si trovano sopra i 100 metri di profondità) lo rendono un improbabile aggressore di esseri umani.

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Testa di uno squalo goblin con le mascelle estroflesse: in realtà a riposo la bocca è uguale a quella di qualunque altro squalo

Infine, lo squalo goblin è uno squalo estremamente raro e dall'aspetto curioso, assente nel Mediterraneo ma presente in quasi tutti gli oceani. E' infatti dotato di mascelle evertibili piene di denti ricurvi che si aprono subito sotto il rostro lunghissimo, il che indica che si nutre di prede come crostacei, piccoli pesci e crostacei. Può raggiunger una taglia di 3 metri e mezzo per 160 chilogrammi di peso, ed è caratterizzato oltre che dalle curiose mascelle anche dalla colorazione rosea della pelle, assente in qualsiasi altro squalo conosciuto. Questo animale, dalla biologia pressoché sconosciuta, vive fra i 250 ed i 1300 metri da quel che si sa.

Pesce tripode

 

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Un pesce tripode mentre nuota

I pesci tripodi sono tipici abitanti della piana abissale, viventi di solito in acque molto profonde tra gli 800 e i 5000 metri. Vivono nell'Oceano Indiano, Pacifico ed Atlantico e almeno tre specie si trovano anche nel mar Mediterraneo. La caratteristica saliente di questi pesci del genere Bathypterois munite di bizzarri prolungamenti alle pinne caudali, ventrali e pettorali che gli animali con ogni probabilità per appoggiarsi al fondale marino, restando così con il corpo al disopra del fango; probabilmente questo comportamento viene adottato per vedere prima eventuali prede o predatori senza necessariamente muoversi. Sono infatti pesci lunghi tra i 20 ed i 40 centimetri, che si alimentano principalmente di piccoli crostacei che vivono sul fondale e di piccoli pesci.

Re delle aringhe

 

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Un Regalecus glesne spiaggiato

Il re delle aringhe (Regalecus glesne) è il più grande membro della famiglia dei Regalecidae, o pesci remo. Si trova in praticamente tutti i mari fra i 20 ed i 2000 metri di profondità, ed è un bellissimo pesce lungo fino a 17 metri e con un peso sicuramente superiore ai 270 chilogrammi (tale era infatti il peso dell'esemplare più grande mai catturato, lungo però “solo” 11 metri), dal corpo a forma di nastro color argento maculato di nero sormontato da un'unica grande pinna arancione, con un'alta cresta dorsale e pinne pettorali filiformi. Si tratta del più lungo pesce del mondo, anche se nonostante le apparenze è un animale fragilissimo (infatti si spezza se maneggiato impropriamente) e si nutre esclusivamente di piccoli crostacei, pesci e calamari.

Calamari giganti

 

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Rara foto di Architeuthis dux fatta da un team di ricercatori giapponesi nel 2006: l'animale sta attaccando un'esca

Uno degli esempi più fulgidi del gigantismo abissale sono i calamari. Le specie di calamari più grandi vivono infatti al disotto dei 200 metri di profondità, e le specie piccole che qui si trovano costituiscono la base dell'alimentazione di molti animali pelagici (come squali e pesci più grandi). I calamari sono membri dei molluschi Cefalopodi, esattamente come il polpo e le seppie. Hanno gli organi corporei racchiusi all'interno del mantello, che praticamente è il “cappuccio” che ricopre il corpo e da cui sporge la testa. Sono animali molto complessi, muniti di un grande cervello, un becco simile a quello di un pappagallo ma “invertito” (la parte più grande è, cioè, posta inferiormente anziché superiormente), cromatofori sulla pelle (cioè particolari cellule che consentono loro di cambiare colore), 8 braccia e 2 tentacoli (spesso muniti di ventose, a volte anche artigliate per mantenere la presa sulle prede in maniera più efficiente), nonché di un paio di pinne situate all'apice del mantello e dei grandi occhi che usano per individuare le prede. La conchiglia di questi molluschi è molto ridotta e si trova all'interno del corpo, formando la cosiddetta penna. Il calamaro gigante più conosciuto del mondo (anche per via del numero di esemplari pescati o trovati spiaggiati) è l' Architeuthis dux o calamaro gigante, in quanto può superare i 13 metri di lunghezza, di cui oltre 3 solo di mantello, e i 900 chilogrammi di peso. E' una poderosa bestia ed è probabilmente il superpredatore del suo habitat. E' anche la creatura dotata degli occhi più grandi del regno animale, dato che possono raggiungere il diametro di un metro. Tuttavia, non è il calamaro più grande del mondo: il Mesonycoteuthis hamiltoni, o calamaro colossale, il quale può plausibilmente raggiungere la lunghezza dell'Architeuthis anche se, a causa dei tentacoli più corti e del mantello più largo, potrebbe pesare notevolmente di più. Se le varie specie di Architeuthis si trovano in tutti gli oceani del mondo dalla profondità di 125 metri fino a 2000 (anche se talvolta si spinge in superficie, soprattutto quando sta per morire), questa specie vive solo nei pressi dell'Antartide a profondità superiori ai 1000 metri. Infine, una curiosità: le carni del calamaro gigante sono immangiabili perché contengono grandi quantità di ammoniaca, che l'animale usa per galleggiare nella colonna d'acqua senza sforzo.

 

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Un Thysanotheutys di oltre un metro spiaggiato in Sicilia

Nel Mar Mediterraneo chiaramente non esistono calamari così grandi, tuttavia abbiamo il Thysanoteuthis rhombus o calamaro dal dorso di diamante. Questo animale è abbastanza avvolto nel mistero, nel senso che non sappiamo a quali profondità viva durante il giorno (anche se sicuramente vive sufficientemente in profondità da rendere difficile osservarlo), solo che di notte si avvicina abbastanza vicino alla superficie per cacciare. Con una lunghezza del mantello che può superare il metro ed un peso che può raggiungere i 30 chilogrammi, questo calamaro è sicuramente il più grande del Mar Mediterraneo.

Isopodi giganti

 

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Un isopode gigante fotografato mentre avanza lentamente sul fondale marino

Esistono alcune specie di isopodi abissali di grandi dimensioni, la più grande dei quali è sicuramente il Bathynomus giganteus. Gli isopodi sono un gruppo di invertebrati crostacei che hanno sette paia di zampe e non hanno un carapace, a tal punto che l'esoscheletro può essere addirittura segmentato e consentire all'animale di ripiegarsi su sé stesso in caso di pericolo, formando una pallina. Un esempio di questi animali sono gli onischi, quei piccoli animaletti che si trovano frequentemente sotto i vasi in giardino. Gli isopodi giganti sono molto simili ai loro cugini terrestri, solo che vivono sui fondali a profondità che vanno dai 170 a oltre 2000 metri e che possono superare i 70 centimetri di lunghezza per quasi due chili di peso. Nonostante le apparenze truci, però, esattamente come i loro cugini terrestri sono tranquilli detritivori, cioè si nutrono solo di animali morti e di parti di alghe e piante trascinate dalla corrente, usando lo spesso esoscheletro solo per difendersi dai grandi predatori abissali.

Ctenofori

 

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9d/Ctenophore.jpg/180px-Ctenophore.jpg

Uno ctenoforo di profondità non ancora descritto

Gli ctenofori sono un gruppo di animali affini agli Cnidari (il grande gruppo di animale che racchiude meduse, anemoni di mare e coralli), da cui si differenziano per molte caratteristiche. Si tratta di animali gelatinosi, dal corpo assai fragile, che possono assumere una grande quantità di forme: da quella a “pallone da rugby” con due tentacoli penduli fino ad una forma nastriforme, alcune sono persino munite di lobi ed altre ancora sono praticamente “schiacciate” al substrato, con i due tentacoli che sporgono di lato. La caratteristica più importante che li differenzia dagli Cnidari è la presenza di file di grandi ciglia chiamate cteni (“ctenos”, in greco, significa infatti “pettine”), che l'animale usa per nuotare mantenendo la bocca davanti a sé. Altra importante caratteristica è l'assenza di cellule urticanti, al posto delle quali si trovano i cosiddetti colloblasti, cellule specializzate nel secernere sostanze che incollano letteralmente le prede ai tentacoli, le quali poi vengono trascinate fino alla bocca. Sebbene alcune specie (come il cosiddetto cinto di Venere, Cestus veneris, un etereo animale nastriforme che può raggiungere anche il metro e mezzo di lunghezza) si possona trovare anche solo a moderate profondità o persino in superficie, molti di loro vivono e si riproducono solo a grandi profondità, a tal punto che alcuni degli animali di profondità più belli sono i grandi ctenofori a forma di “pallone da rugby tentacolato” di colore rosso acceso; tuttavia, come per le meduse, molte specie sono grandi meno di 3 centimetri e trasparenti. Spero che vi sia piaciuto questo excursus nella vita delle grandi profondità marine! :D

 

* In realtà, fra i 200 e i 4000 metri si parla di “piano batiale” (cioè “zona profonda”), solo dai 4000 metri in poi di “piano abissale” vero e proprio; per ragioni di semplicità, però io mi riferirò ad entrambi i piani come “piano abissale”.

** La massa è una proprietà intrinseca (cioè una proprietà fondamentale ed inscindibile) della materia, ed è espressa secondo il SI (Sistema Internazionale) in chilogrammi. Poi, la massa per l'accelerazione (come quella di gravità) ci dà la forza (come la forza peso) espressa invece in newton; tuttavia, la pratica corrente (anche se non rigorosa) fa sì che la forza peso venga espressa in chilogrammi-peso anziché in newton (infatti diciamo "peso 70 chili", non "peso 700 newton").

*** Effettivamente la pressione e la salinità dell'acqua influenzano la temperatura a cui bolle (o, più tecnicamente, la sua temperatura di ebollizione): a pressioni maggiori e maggiore salinità l'acqua bolle dopo rispetto a basse pressioni e minore salinità. Per esempio, l'acqua distillata (pressoché priva di sali) al livello del mare bolle a 100 °C, cioè a temperature minori dell'acqua salata ma maggiori rispetto alla stessa quantità d'acqua distillata in alta montagna (dove la pressione è minore).

**** Il fotone è una particella elementare che determina la radiazione elettromagnetica ed ha una massa a riposo nulla. In pratica, la luce è composta da queste particelle che non hanno né massa né peso.

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Semplicemente.......da restare a bocca aperta! 😳

Questo articolo è veramente tosto! (in senso buono ovviamente) 😊

Alcune caratteristiche: bello, completo, coinvolgente, interessante, ecc.......

Hai fatto un lavoro spettacolare!

 

Di tutte le cose elencate, la caratteristica che più mi colpisce di questi pesci (che io non mi immaginavo) è la grande "estensione" o tolleranza al passaggio a profondità comprese (ad esempio) fra i 200m e i 2800m.

Un passaggio di profondità così ampio è veramente straordinario, se pensiamo che noi abbiamo difficoltà a raggiungere i 10 metri........

La variazione di pressione è veramente enorme!

 

Bravo Revenant! 😊

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Wow spettaccolare davvero un bellissimo articolo!!

 

Grazie mille, l'unica cosa che mi dispiace è che ci siano qua e là dei refusi che mi sono sfuggiti. ☺️

 

Semplicemente.......da restare a bocca aperta! 😳

Questo articolo è veramente tosto! (in senso buono ovviamente) 😊

Alcune caratteristiche: bello, completo, coinvolgente, interessante, ecc.......

Hai fatto un lavoro spettacolare!

 

Di tutte le cose elencate, la caratteristica che più mi colpisce di questi pesci (che io non mi immaginavo) è la grande "estensione" o tolleranza al passaggio a profondità comprese (ad esempio) fra i 200m e i 2800m.

Un passaggio di profondità così ampio è veramente straordinario, se pensiamo che noi abbiamo difficoltà a raggiungere i 10 metri........

La variazione di pressione è veramente enorme!

 

Bravo Revenant! 😊

 

Ciao, grazie per i complimenti☺️

In realtà, molti di questi animali vivono solitamente in dei range di pressione piuttosto ristretti, solo che a volte gli superano (per esempio, quando si avvicinano alla superficie di notte per cercare il cibo). L'animale con il maggiore range di profondità che io conosco è il capodoglio, il quale essendo un mammifero deve risalire a galla per respirare ma che può immergersi in mezz'ora fino alla profondità di 3000 metri. Principalmente, anche gli animali di profondità sono però abbastanza resilienti ai cambiamenti di pressione, anche se non si sa esattamente perché. :D

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mamma mia che bell'articolo! mi hanno sempre affascinato le creature marine...anche se a volte sono veramente terrificanti! :P

 

Non ho ancora fatto a tempo a leggerlo tutto, ma apena ho un momento me lo leggo bene bene...

ti faccio già i complimenti per il lavorone! bravo! :)

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Interessante,fitto e completo!

Mi complimento xil tuo lavoro Revenant..!

Vedendoti ferrato in materia oceani..in futuro vorrei proporti un lavoro su un argomento che io e niftue rey stiamo approfondendo in merito,fammi sapere se ti va ok?

Nel frattempo ti rinnovo le mie congratulazioni ;-)

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Strepitoso..... fantastico... bellissimo articolo!!! bravo fratello.... le creature del mare mi sono sempre piaciute... io adoro il mare... e tutte le creature che ci vivono.. ( infatti non mangio pesce xD )

E grazie a questo articoloso mi sono avvicinata di più a questo splendido mondo.. :)

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Buon giorno ragazzi,

mi dispiace non aver risposto prima ma sono stato malato dal 21 a oggi. :(

 

buon giorno,

 

veramente un bel articolo.

 

complimenti.

 

Grazie! :D

 

 

Hai proprio ragione, alcuni animali marini sono veramente brutti! :) In ogni caaso secondo me il più disturbante è questo pesce:

 

http://2.bp.blogspot.com/_ckBlasgNSzg/SNkqVuigAbI/AAAAAAAAHoU/ybw0ahbngZE/s400/Gulper.jpeg

 

Eurypharynx pelecanoides o anguilla pellicano: un pesce serpentiforme che vive ad altissime profondità (stiamo parlando anche di oltre 7000 metri), che può raggiungere il metro di lunghezza ed avente una bocca lunga la metà o più del corpo...

Grazie mille per i complimenti! :D

 

Interessante,fitto e completo!

Mi complimento xil tuo lavoro Revenant..!

Vedendoti ferrato in materia oceani..in futuro vorrei proporti un lavoro su un argomento che io e niftue rey stiamo approfondendo in merito,fammi sapere se ti va ok?

Nel frattempo ti rinnovo le mie congratulazioni ;-)

 

Grazie mille per i complimenti! :D

Per quanto riguarda questa futura collaborazione vediamo, se vuoi puoi mandarmi un mp con l'argomento, ok? :)

 

 

Grazie tante! :D

Vuoi sapere una cosa buffa? Paradossalmente, io traffico da tempo immemorabile con acquari e simili, eppure ho sempre mangiato pesce, al che la gente mi chiede sempre "Ma come fai a mangiare pesce se c'hai sempre qualche pesciolino negli acquari?", e io: "Ma guardate che quello che ho nel piatto mica l'ho allevato io...". :P😂

Inoltre, la regia mi dice che la carne dei pesci vipera è disgustosa, quella dei veri calamari giganti idem e penso che nessuno farà mai un cacciucco con isopodi giganti e pesci tripode... :P

 

Ancora grazie mille a tutti! ☺️

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